La Procura di Napoli apre un’inchiesta contro la Juventus per “pubblicità ingannevole”

La Juventus sarebbe colpevole di “pubblicità ingannevole“, è questo il reato alla base della denuncia presentata dall’avvocato napoletano Angelo Pisani.

Il legale ha accusato la squadra bianconera di promuovere 36 scudetti, invece, di 34, dal momento che due- quelli relativi ai campionati 2004/2005 e 2005/2006- le sono stati revocati dalla giustizia sportiva. Così la Procura di Napoli ha aperto un fascicolo che è stato affidato al pm Danilo De Simone, che si occupa dei “reati da stadio” coordinato dall’aggiunto Rosa Volpe.

La denuncia presentata da Pisani illustrava diversi tipi di reati che sarebbero stati commessi dalla Juventus, oltre la pubblicità ingannevole sul sito e allo Stadium, anche l’aggiotaggio– termine con cui si intende la speculazione sul crescere o diminuire di certe merci operata divulgando notizie false- poiché la squadra è quotata in borsa.
Per ora si tratta solo di un fascicolo conoscitivo, bisognerà come prima cosa comprendere la competenza territoriale, visto che la società ha sede a Torino e non a Napoli.
Questa la richiesta nella denuncia dell’avvocato Angelo Pisani:
“In primis alle Istituzioni ed Organismi in indirizzo, inspiegabilmente ancora non intervenute d’Ufficio, di verificare ed attestare quanti scudetti può regolarmente dichiarare e pubblicizzare, tramite sito internet e stadio anche in ambito di comunicazione e media, la Società Juventus F.C. Spa all’opinione pubblica, e quindi, in caso di irregolarità e pubblicità ingannevole, nonché di frode nella comunicazione sportiva per la violazione dei principi di correttezza, trasparenza e buona fede, disporsi l’oscuramento e blocco delle immagini e pagine del sito internet istituzionale della Juventus raffiguranti il numero 36 scudetti, nonché di tutte le affissioni di ogni genere che all’interno della società e/o dello stadio di appartenenza raffigurino lo scudetto con impresso il n. 36, trattandosi di notizie false ed illegittime, che pongono in pericolo il mercato ed i consumatori investitori, oltre che il mondo dello sport“.