Più che l’aspetto glamour, è un’inchiesta dove emergerebbero chiaramente gli equilibri mafiosi in città. Ne è convinta la procura di Napoli, diretta da Giovanni Melillo in seguito all’operazione “BlackBet” eseguita dalla Direzione Investigativa Antimafia questa mattina a Napoli al termine di anni d’indagini condotte dai magistrati Ida Teresi, Enrica Parascandolo e Francesco De Falco (coordinatati dall’aggiunto Filippo Beatrice).
Quasi un anno dopo, tornano in carcere i fratelli Francesco, Gabriele e Giuseppe Esposito, imprenditori nel settore dei giocattoli e del by night napoletano (gestiscono il Club Partenopeo, una delle discoteche più frequentate in città), gravemente indiziati di intestazione fittizia di beni con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di agevolare le attività dei clan camorristici Contini e Sarno. Clan ai quali sono legati anche da vincoli di parentela. Misure cautelari anche per le mogli di due de tre fratelli e per Diego La Monica, prestanome intestatario della discoteca Club Partenopeo.
REINA E I GIOCATORI DEL NAPOLI – Sull’aspetto camorristico della vicenda ce ne occuperemo più tardi con un articolo ben dettagliato, al momento, tuttavia, è doveroso soffermarsi su alcuni aspetti “glamour” che hanno attirato l’attenzione non solo della procura napoletana ma anche dei magistrati della giustizia sportiva che sta verificando i rapporti tra il club e i fratelli imprenditori che spesso – come emerso dalle indagini – frequentavano anche la tribuna d’onore dello stadio San Paolo. Quest’ultimi, originari di piazza Mercato ma residenti a Posillipo dove “ostentavano” la propria ricchezza e il proprio peso specifico in città, avevano rapporti costanti con alcuni calciatori del Napoli, con tanto di foto pubblicate sui profili social.
Frequentazioni che, anche dopo la vicenda giudiziaria dello scorso anno, sono rimaste decisamente solide tanto da portare il portiere Pepe Reina a celebrare martedì 2 maggio la festa di addio (il prossimo anno giocherà nel Milan) proprio al Club Partenopeo, sequestrato questa mattina dagli uomini della DIA diretti da Giuseppe Linares.
LA VECCHIA INCHIESTA – Già nel giugno del 2017 i tre fratelli Esposito finirono nel mirino della procura di Napoli. Dopo poche settimane il Tribunale del Riesame accolse il ricorso dei legali Domenico Dello Iacono e Roberto Saccomanno secondo i quali l’intestazione fittizia di beni (una sala scommessa da 100mila euro in piazza Mercato) non ha mai avuto l’intenzione di aggirare lo Stato. Da una visura camerale emerse infatti che i tre imprenditori, specializzati nella commercializzazione dei giocattoli, sono intestatari di un patrimonio di diversi milioni di euro tra case, società e altri beni. Una decisione quella del Riesame che ha visto ricorrere in Cassazione la Direzione Distrettuale Antimafia. Ricorso accolto dall’organo supremo della giustizia ordinaria che ha a sua volta annullato la decisione del Riesame.
DASPO MAFIOSO – Intanto nei confronti di Gabriele Esposito, l’unico ad aver riportato una condanna a sette anni (non ancora passata in giudicato) per associazione mafiosa, è stato disposto nelle scorse settimane – così come appreso dalla procura partenopea – il Daspo (Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive) nell’ambito del decreto 116 Alfano-Renzi relativo al pacchetto sicurezza che prevede l’impossibilità per chi riporta condanne per 416 bis ad assistere ad eventi sportivi. Una provvedimento diventato esecutivo nelle scorse settimane dopo che lo stesso Gabriele, insieme al fratello Giuseppe, era solito frequentare – secondo quanto accertato dai magistrati – la tribuna d’onore dello stadio San Paolo.
I RAPPORTI CON I CANNAVARO – Nell’inchiesta emergerebbero anche i rapporti, non solo d’amicizia ma anche di natura imprenditoriale, tra i fratelli Esposito e Fabio e Paolo Cannavaro. Rapporti consolidati da anni, tanto che nell’estate del 2013, con Higuain arrivato da pochi mesi in città, Paolo Cannavaro si fece prestare la barca degli Esposito e andò con il Pipita a largo dell’isola di Capri dove l’argentino fu vittima di un rocambolesco incidente.
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