Una stanza adibita a camera da letto e sistemata dagli stessi "ospiti"
I residenti del palazzo evacuato in via Santa Maria ogni bene a Montecalvario, nel cuore dei Quartieri Spagnoli, sono stati sistemati al primo piano di un grande edificio di proprietà del comune di Napoli all’interno del complesso dove un tempo vi era l’ospedale militare. L’accesso al secondo piano è vietato. All’interno delle stanze chiuse al pubblico vi sarebbero ancora dei faldoni che contengo i documenti relativi al Progetto Sirena varato nel 2002 e che ha avuto l’obiettivo di recuperare alcuni “fabbricati privati del centro storico napoletano“.
Così, uomini, donne e bambini, hanno “arredato” al meglio le stanze che hanno avuto a disposizione dal comune. Stanzoni trasformati in camere da letto, con brande matrimoniali per le coppie. Poi tavoli e scrivanie utilizzate per mangiare o come piani d’appoggio. Le famiglie hanno portato con loro l’essenziale, tutto il resto è rimasto in casa loro. L’incubo ha avuto inizio lo scorso 10 aprile quando una grave perdita d’acqua avvenuta nel sottosuolo dello stabile ne ha minato la stabilità.
Da li, la formazione di crepe immediatamente ritenute pericolose. A quel punto è scattato l’allarme sicurezza con i soccorsi, la polizia municipale, i vigili del fuoco e la protezione civile che hanno sostenuto interi nuclei familiari trovatosi senza casa. Adesso si trovano a convivere con muffa, umidità e perdite d’acqua. “Ci sentiamo abbandonati, hanno ritenuto di doverci trasferire qui dentro ma d’allora non abbiamo saputo più nulla“, ha raccontato una giovane mamma a VocediNapoli.it.
Eppure le istituzioni, nella loro impotenza, stanno cercando di mettercela tutta, “non si stanno mobilitando abbastanza. È vero la municipalità è molto presente e tanti commercianti della zona ci aiutano con il cibo e i vestiti ma a noi interessa tornare a casa nostra o di essere trasferiti in qualche altro appartamento“. In effetti per quanto è stato possibile l’amministrazione comunale si è impegnata al massimo per concedere una sistemazione dignitosa a queste persone ma purtroppo non basta.
I tempi per risolvere la faccenda, tra cavilli tecnici e burocratici (per non parlare dello “scarica barile” tra comune e Abc per chi sia il responsabile del danno provocato e della relativa manutenzione) saranno molto lunghi. “Abbiamo messo in campo tutti gli interventi necessari e nelle nostre possibilità per dare a queste famiglie un’ospitalità più agiata possibile. Sappiamo che non è il massimo ma per ora non possiamo fare di più. La cosa positiva è che si è sviluppata una bella rete solidale con tanti ristoratori del quartiere mentre il comune, la municipalità e ‘Napoli Servizi’ stanno cercando di risolvere i problemi nel più breve tempo possibile. L’assessorato al patrimonio sta procedendo per i normali accertamenti e sondaggi sulle fondamenta del palazzo. Noi siamo fiduciosi, nel giro di 20 giorni queste persone potrebbero far rientro nelle loro case“, ha dichiarato Francesco Chirico, presidente della seconda Municipalità.
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