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Crolli, evacuazioni e danni idrici. Napoli in ginocchio? L’opinione dell’esperto

Una giornata esplosiva, 24 ore di fuoco per Napoli. Il tutto ha avuto inizio a via Manzoni dove una frana ha causato la rottura di una conduttura idrica che ha comportato lo stop per quasi tutta la giornata della distribuzione dell’acqua. Non contento, il terreno crollato ha danneggiato l’abitazione di un residente.

Cambiamo zona, sempre in centro ma ai Quartieri Spagnoli, nello specifico a Montecalvario. In via Santa Maria ogni bene un intero palazzo è stato evacuato a causa di alcune crepe che sono comparse sulla facciata. La causa? Una grave perdita d’acqua che avrebbe potuto corrodere le fondamenta dello stabile. Le famiglie sono state temporaneamente allocate presso il centro di accoglienza Urban.

Infine, questa notte, in via Pigna è sprofondata una parte consistente del manto stradale è sprofondata una parte consistente del manto stradale sempre causata dalla rottura di una conduttura idrica. Anche in questo caso, per sicurezza, il palazzo del civico 130 è stato evacuato. Durante la giornata di oggi, per fortuna, è rientrato l’allarme in merito all’agibilità dell’edificio, di conseguenza i residenti hanno potuto fare ritorno nelle loro case. In seguito gli operai si sono attivati per riparare la strada e ripristinare la fornitura dell’acqua.

VocediNapoli.it ha chiesto al professor Luciano Nunziante, Ordinario di Scienza delle Costruzioni presso la Federico II, un’opinione in merito a questa situazione particolarmente difficile per la città in quanto fino al 2007 il docente è stato membro della Commissione ministeriale per la sicurezza del sottosuolo di Napoli. I componenti del comitato hanno lavorato per oltre 10 anni ad un progetto di ricerca ed interventi strutturali legati, appunto, al sottosuolo della città.

Sotto i nostri piedi ci sono almeno 700 cavità. Il fulcro principale riguarda il centro storico e proprio Montecalvario. Ci troviamo di fronte a strutture in tufo che in passato è stato scavato per ricavarne le pietre poi utilizzate per la costruzione di molti palazzi in superficie. Bisognerebbe verificare se la posizione del palazzo evacuato ai Quartieri Spagnoli coincida con quella di qualche cava“, queste le parole del professor Nunziante che in merito alle possibili cause degli ultimi episodi di cronaca accaduti in città, ha dichiarato:

Potrebbe essere accaduto quello che io definisco una sorta di ‘conflitto’ tra il sistema fognario che di norma si trova sempre sotto quello idrico per evitare l’inquinamento dell’acqua potabile, e quello dell’acquedotto. Quando ci sono delle perdite dalle fogne il terreno si assesta ma aumenta la pressione nelle tubature idriche che potrebbero persino scoppiare provocando seri disagi ai cittadini“.

Invece, è diverso il discorso di via Pigna: “Li c’è una vera e propria emergenza dettata dal dissesto idrogeologico che ha colpito negli anni l’area dei Camaldoli. In pratica l’urbanizzazione selvaggia e abusiva ha deviato il naturale scorrere della falde acquifere che in qualche modo hanno trovato autonomamente un modo per scaricarsi. E questi nuovi sbocchi, con il tempo, hanno potuto erodere il terreno provocando il crollo delle strade“.

Le possibili soluzioni? “Bisogna ripartire dal rapporto che abbiamo pubblicato 11 anni fa. Quegli studi hanno comportato investimenti per circa 400 miliardi all’anno che hanno contribuito alla messa in sicurezza del sottosuolo della città. Li sono spiegati tutti i dettagli di quello che esiste sotto i nostri piedi, Napoli è piena di mura di sostegno, scarpate, fognature, cave e acquedotti. Il tutto compone un’unica rete che andrebbe sempre tenuta sotto controllo e alla quale dovrebbe essere applicata una rigorosa e costante manutenzione“.

Via Pigna
via Santa Maria ogni bene foto di Luigi Carbone
Il centro di accoglienza Urban
redazione

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