Intervista ad Annamaria Barbato Ricci, + Europa: “Le risorse di questa terra dovranno portare sviluppo e occupazione”

Annamaria Barbato Ricci è candidata per la lista +Europa con Emma Bonino nei tre collegi plurinominali del SenatoCampania 1-2-3 (Avellino, Benevento, Caserta, Napoli Salerno). Nata a Nocera Inferiore 61 anni fa, la Barbato Ricci è una comunicatrice, scrittrice e giornalista. Da sempre impegnata sui temi dei diritti umani, delle pari opportunità e della tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, nel suo curriculum vanta il ruolo di capo ufficio stampa del Formez, della Commissione Nazionale per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e di portavoce del viceministro ai Trasporti. Annamaria Barbato Ricci ha, inoltre, svolto consulenze presso organismi delle Nazioni Unite quali l’UNICEF e l’UNIDO e per grandi Fondazioni come la Compagnia di San Paolo e la Venice International University. Attualmente si sta occupando della valorizzazione del Progetto Nuceria genuit Pompeios, ospitato nell’ambito della grande kermesse Tourisma, che ha avuto luogo a Firenze dal 16 al 18 febbraio scorsi. I principali punti programmatici sono, “portare quello sviluppo che spetta Sud, un territorio che per le sue sole risorse naturali e culturali dovrebbe essere tra i primi nelle classifiche di ricchezza e occupazione. Poi faremo attenzione alle politiche sociali ed economiche puntando a portare la percentuale di Pil dedicato alla ricerca scientifica al 2%; alla riduzione dell’Iva per i prodotti culturali al 4%; e alla diminuzione dell’Ires alle imprese“.

Quali sono le caratteristiche del suo collegio?
Sono candidata in tutti e tre i collegi della Campania, la terza regione italiana per vastità, dopo Lombardia e Lazio e ognuno di essi ha caratteristiche diverse. Un immenso punto in comune, però, c’è: l’enorme attrattività culturale ancora non pienamente espressa. La Campania è tra le Regioni italiane con il numero più alto di siti patrimonio Unesco ed elencarne le meraviglie suonerebbe ridondante e pedante. Dobbiamo mettere a sistema tutto questo patrimonio e far sì che porti ricchezza al territorio, traducendosi anche in un volano occupazionale, in un’area dove la disoccupazione giovanile tocca anche punte del 50% e più. L’uovo di Colombo, insomma, ma troppo spesso le soluzioni più semplici, in grado di creare sviluppo sono quelle meno praticate. Forse perché ci vuole un concerto tra istituzioni che, invece di collaborare, si ritengono concorrenti. E questo non fa bene al territorio e alla gente. Il mio impegno sarà proprio quello di saper creare ponti fra le diverse competenze in modo che possa beneficiarne chi abita qui.

Cosa farà per i cittadini del collegio in cui è candidato?
La cultura, la formazione, il lavoro, la parità di genere e il welfare sono argomenti che mi toccano molto da vicino e su cui ho lavorato per oltre 30 anni, pur da dietro le quinte. Infatti, sono un’esordiente in politica, ma non un’improvvisata, digiuna dell’ABC. In Campania c’è bisogno di realizzare iniziative su questi temi: iniziative concrete, anche in collaborazione con l’Europa. La disoccupazione giovanile, in particolare, è un aspetto che mi preoccupa molto, perché tarpare le ali a intere generazioni non è solo cattiva politica, è colpevole e dolosa irresponsabilità. Bisogna mettere in campo azioni pratiche per ovviare a questa piaga, che non siano solo parole al vento. C’è in gioco il destino di centinaia di migliaia di giovani. Non permetterò che si perpetri un simile scempio. C’è tanta gente responsabile e di buona volontà che la pensa come me. Mi appellerò alla loro voglia di collaborare per mettere in campo un pacchetto d’iniziative di contrasto alla disoccupazione giovanile.

Quali sono i primi 3 disegni di legge che presenterà in Parlamento?
Portare la percentuale di Pil dedicato alla ricerca scientifica al 2%. Abbassare l’Iva per i prodotti culturali al 4%. Diminuire l’Ires alle imprese.

Se dopo le elezioni non ci sarà una maggioranza cosa succederà?
Jean-Claude Juncker ha espresso le proprie preoccupazioni su un governo non operativo, ed è sicuramente qualcosa che dovremo evitare. In realtà, non capisco come mai queste inquietudini non gli siano sovvenute anche per la nebulosa situazione tedesca. Il prossimo governo italiano, di qualunque colore esso sarà, dovrà garantire quella stabilità necessaria per mantenere saldi i mercati e la nostra credibilità internazionale. Lo spread a 500 è ancora fresco nella nostra memoria. Come +Europa siamo favorevoli a un Gentiloni bis che possa eventualmente essere espressione anche di larghe intese parlamentari, a patto che le forze politiche che vi partecipano s’impegnino a sostenere un governo che sia espressione di idee e non di personalismi, che lavori per i cittadini e non per terzi. E soprattutto, che creda nell’Europa, senza se e senza ma.

Che cosa dovrà fare il prossimo governo per Napoli e la Campania?
Aprire un tavolo di confronto su Napoli, affrontando le criticità senza masaniellismi o folklore politico. Fernand Braudel diceva che nessuno è mai riuscito a governare Napoli, proprio per questo, bisogna instaurare un’interazione con la città per comprenderne le profonde necessità. Ma diceva anche cose ben più positive. In un articolo sul Corriere della Sera del 1983, lo storico francese scriveva: “Napoli ha continuato a dare molto all’Italia, all’Europa e al mondo: essa esporta a centinaia i suoi scienziati, i suoi intellettuali, i suoi ricercatori, i suoi artisti, i suoi cineasti…..Con generosità, certo. Ma anche per necessità. Mentre non riceve nulla, o pochissimo, da fuori. L’Italia, secondo me, ha perso molto a non saper utilizzare, per indifferenza, ma anche per paura, le formidabili potenzialità di questa città decisamente troppo diversa: europea prima che italiana, essa ha sempre preferito il dialogo diretto con Madrid o Parigi, Londra o Vienna, sue omologhe, snobbando Firenze o Milano o Roma… Non attendiamoci da essa né compiacimenti, né concessioni. Questo capitale oggi sottoutilizzato, sperperato fino ai limiti dell’esaurimento – poiché non si può dare indefinitamente senza ricevere – quale fortuna per tutti noi, se ora, domani, potesse essere sistematicamente mobilitato, sfruttato, valorizzato. Quale fortuna per l’Europa, ma anche e soprattutto per l’Italia. Questa fortuna, Napoli merita, più che mai, che le sia data. Per quanto riguarda la Campania, il prossimo governo dovrà impegnarsi a creare infrastrutture per renderla pienamente connessa con l’Europa e col Mondo”. Certo, farlo sarà difficile, ma proprio per questo ci vuole più Europa, appunto come la vide Braudel.

5 marzo 2018. Cosa leggeremo sulle prime pagine dei giornali?
Sorpresa +Europa: supera il 10%! Scherzi a parte, credo che la notizia sarà la non maggioranza che uscirà dalle urne. A meno che non giochi il fattore confusione: saranno molti i cittadini che, non essendo chiarissimo il metodo di voto, così antitetico rispetto alla tradizione, pensando di far bene, voteranno in modo da far annullare la scheda: specie le persone più fragili culturalmente. Pare troppo semplicistico cavarsela con un po’ di croci sui simboli. Si vorrà esprimere le preferenze, che sono pleonastiche, ma semplice elencazione dei quattro candidati in listino. Se, invece, presi dal sacro fuoco d’indicare il candidato preferito, si traccia la ics anche sul suo nome, si vota inesorabilmente la propria scheda alla nullità. Si riuscirà, nell’ultima settimana che ci divide dal voto, ad addestrare gli elettori? Permettetemi di dubitarne: la componente +E (che non è +Europa, ma +errori) sarà la spada di Damocle gravante sui risultati di questa tornata elettorale.

Annamaria Barbato Ricci
redazione

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