I funerali di Totò Riina non si faranno. Il questore di Palermo ha vietato le esequie pubbliche, non ci sarà nessuna cerimonia in pompa magna come avvenuto per altri boss mafiosi in passato.
Il capo dei capi è deceduto questa notte presso l’ospedale Maggiore di Parma dopo due giorni in coma farmacologico. Ritenuto il boss di Cosa Nostra, era da 24 anni al 41 bis. Un provvedimento, come quello preso dal questore di Palermo, già c’era stato per capimafia come Bernardo Provenzano e altri padrini di Corleone.
Così i funerali sono stati vietati anche per Totò Riina, soprattutto per motivi di ordine pubblico. La salma sarà restituita ai familiari che decideranno come e dove seppellirlo. Nella giornata di ieri, intanto, il ministro della Giustizia Andrea Orlando aveva autorizzato la moglie e i figli a far visita al loro caro per potergli dare un ultimo saluto, ma non sono riusciti a raggiungere l’ospedale in tempo prima che morisse. La famiglia in questo momento dovrà decidere se aspettare l’arrivo del feretro in Sicilia a Corleone, o se recarsi a Parma per andare a prenderlo.
Celebrare o meno i funerali ai capimafia è un argomento su cui si è dibattuto a lungo, nel caso di Riina come quello di Provenzano è il questore a intervenire, vietando la cerimonia in forma solenne per motivi di ordine pubblico, poiché spesso diventano veri e propri eventi in pompa magna. Resta poi la questione etica legata al prete che sceglie se svolgere la cerimonia.
Dal Cei, conferenza episcopale italiana, però, il portavoce Ivan Maffeis già si è espresso sulla questione:
“La condanna della mafia da parte della chiesa è chiarissima. Alla luce di questa posizione, sono da escludere funerali pubblici per Riina. Alla chiesa sta a cuore l’educazione delle coscienze, l’educazione alla legalità, sostenere le tante persone che alzano la testa contro la mafia. a presenza di un sacerdote per accompagnare con la preghiera la salma non si può negare a nessuno“.
Maffei, poi, ha aggiunto che il tribunale di Dio giudicherà colui che è stato uno dei più potenti boss della storia della criminalità:
“Ovviamente c’è il tribunale di Dio, al quale non ci sostituiamo, ma dobbiamo considerare anche l’importanza dei segni. I funerali pubblici per Riina sarebbero un segno che confonde”.
Per ora da Parma non sembra che sia stata chiesta la benedizione della salma né al cappellano del carcere dov’era detenuto Riina né ai preti dell’ospedale in cui era ricoverato, secondo quanto riferito dall’Ansa, la famiglia non avrebbe contattato ancora un sacerdote a Corleone.
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