Il Napoli di Sarri con cinque sostituzioni a partita, cosa sarebbe?

Le aspettative del calcio moderno sono completamente cambiate e stravolte rispetto al passato, è innegabile come questo sia diventato uno sport traumatico dove con ogni probabilità ogni anno qualche giocatore ricavi almeno un infortunio più importante. Si gioca tanto, ci si allena meno, e basta veramente poco per rompersi magari il crociato. L’unica soluzione possibile per evitare problemi importanti è istituire 5 sostituzioni a partita.

Il Responsabile Ufficio Stampa dell’Università Suor Orsola Benincasa, Roberto Conte, ha espresso le potenzialità di un Napoli con l’introduzione di questo nuovo meccanismo: “Mi ha favorevolmente colpito la proposta di introdurre la norma che consenta cinque sostituzioni a partita come antidoto agli infortuni e all’eccesso di partite giocate. L’ha rilanciata il responsabile dell’area medica dell’Inter, Pietro Volpi, in un’intervista a Radio 24. Chissà cosa ne pensa Sarri che spesso non usa fare nemmeno tre cambi a partita se non con minutaggi risibili che rendono impossibile per un giocatore l’integrazione negli schemi e nei ritmi di una squadra”. Inizia con questo interrogativo provocatorio l’editoriale di Roberto Conte per Campania Radio Sport la striscia quotidiana di approfondimento sportivo di Radio Punto Zero. “In campionato Rog ha fatto 150 minuti con ben 9 presenze (quindi 16 minuti a partita). Ounas ha giocato la bellezza di 50 minuti totali dopo le prime 11 gare di campionato (però si è fatto un’altra ventina di minuti in 6 gare di Champions) e Mario Rui (pochi hanno sottolineato che dopo l’infortunio dello scorso anno era già tornato in campo a fine campionato con la Roma in gare delicatissime) ha all’attivo ben 4 minuti e ora siamo al paradosso che pur essendo il sostituto naturale di Ghoulam (costato 10 milioni dopo aver venduto Strinic per 2 milioni) è anche in dubbio il suo impiego domenica con la corazzata internazionale veronese dopo 4 mesi di allenamenti! Ci siamo conservati 5 centrali di difesa per non far mai giocare né andare in panchina Tonelli”. Questi i numeri impietosi sviscerati da Roberto Conte che prosegue la sua analisi guardando al reparto offensivo ed al mercato di gennaio. “Ci siamo tenuti Giaccherini per fargli fare la foca tre minuti a fine partita ogni 10 gare invece di prendere un altro rincalzo serio per gli esterni d’attacco (Dio preservi sempre la salute di Insigne, Mertens e Callejon, ma nel calcio bisognerebbe programmare e non pregare). Abbiamo ceduto 3 centravanti in 6 mesi (Gabbiadini Pavoletti e Zapata) incassando 60 milioni totali (perciò De Laurentiis evidentemente adora Sarri) senza pensare di conservarne almeno uno o di prenderne uno in caso di necessità (e con l’infortunio di Milik ce ne sarebbe un clamoroso bisogno). La colpa è dell’allenatore che ormai dopo 3 anni ha una idiosincrasia comprovata al turn over o del presidente che prova a cedere il cedibile e che quest’anno ha comprato solo 2 calciatori? Ma se il presidente spende 75 milioni in due anni per 5 calciatori (Maksimovic Rog Rui Tonelli Ounas) che vede marcire in panchina pensate che a gennaio comprerà altri calciatori a questo allenatore? Sembra il gioco delle tre carte con Giuntoli che non si capisce chi ascolti realmente. Un gioco pericoloso nell’unico anno in cui lo scudetto si potrebbe ed anzi si dovrebbe vincere davvero. E intanto i tifosi pregano per la buona salute dei titolarissimi e ogni anno i giornali sfogliano gli album degli svincolati al primo intoppo. Basterebbe semplicemente programmare meglio. Bisognerebbe capire soltanto di chi è veramente la colpa di questa situazione. Le risposte definitive le avremo prima a gennaio e poi a fine campionato quando dopo tre anni di emozioni sulla giostra a nessuno basterà più essersi soltanto divertiti”.