Un’infanzia difficile, fatta di abusi sessuali coperti dalla stessa madre e di mesi passati in una casa famiglia. Adesso anche sul loro stato di adottabilità la famiglia si sono verificati rallentamenti per un ricorso degli stessi familiari.
Le tre bambine sono comparse nell’aula di giustizia della Corte d’Appello di Napoli – sezione minorenni – perché si decide sul loro stato di adottabilità, su cui peraltro il tribunale si era espresso già positivamente in primo grado. A questa decisione però si sono opposte la madre, la sorella di quest’ultima, Michela, zia delle bimbe, e la nonna, Angela Angelino: ‘dimenticandosi’ del male prodotto alle bambine con il loro comportamento, si sono opposte alla sentenza di adottabilità con distinti ricorsi presentati il 23 settembre scorso.
La Angelino durante le indagini sulla morte di Fortuna Loffredo ha più volte fatto pressioni sulla nipote maggiore affinché non accusasse il patrigno. Le tre donne lamentano “l’ingiustizia della decisione del Tribunale per avere leso il diritto delle minori a mantenere il rapporto con la zia materna, con la madre e con la nonna”. In appello si è costituito anche il padre naturale delle bimbe, Gennaro Giglio, difeso da Angelo Pisani, che ritiene che “solo l’adottabilità da parte di famiglie appartenenti ad un diverso e più sano contesto sociale e culturale, potrà essere per le minori, l’unica speranza di poter superare tutto quanto accaduto e ricominciare una nuova vita”.
Michela Fabozzi – scrive l’Ansa – , zia delle bimbe, ne ha chiesto l’affidamento con la previsione di prescrizioni nell’interesse delle minori, quali, ad esempio, non consentire incontri tra le bambine e la madre, nonché altri componenti della famiglia; la madre Marianna Fabozzi, che risulta indagata per l’omicidio anche di un primo figlio, morto l’anno prima di Fortuna nelle stesse tragiche circostanze, ha chiesto che i giudici dispongano l’affidamento delle minori alla madre, Angelino Angela, o alla sorella Michela; la nonna, Angela Angelino, ha chiesto l’affidamento delle minori con la previsione di prescrizioni che vietino alle piccole di incontrare la madre e altri componenti della famiglia, con la previsione che l’abitazione sia sottoposta a frequenti controlli da parte del servizio sociale di Caivano. La Corte si è riservata; la decisione potrebbe arrivare nei prossimi giorni.
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