Ogni volta che parla, Aurelio De Laurentiis regala sempre qualche titolo esuberante. Dopo le otto vittorie di fila del suo Napoli, la vetta della classifica con due punti di vantaggio sull’Inter e cinque su Juve e Lazio, avremmo preferito che l’attacco influenzale che ha colpito Maurizio Sarri (non pervenuto nelle interviste del post gara) avesse contagiato anche il presidente del Napoli.
“Io credo che in questa partita (contro il Manchester City, ndr) si dovrebbero far riposare un po’ quei giocatori che hanno un minutaggio più alto, per preservarli: la gara con l’Inter è alle porte ed è altrettanto importante. Per noi potrebbe anche essere una partita quasi impossibile da vincere. Poi, però, li aspetteremo a Napoli.
In Europa, dobbiamo preoccuparci soltanto di superare il turno, non di vincere tutte le partite. Le critiche dopo la sconfitta in Ucraina, per esempio, mi hanno inquietato parecchio, sembrava che fosse successa una tragedia”.
Insomma snobbare, consigliando di fare turnover, una gara come quella contro Pep Guardiola potrebbe rivelarsi un errore clamoroso e da provinciali. Il City è ovviamente favorito ma il messaggio che manda De Laurentiis alla squadra non è certo incoraggiante. Anche perché non bisogna dare per scontato il passaggio del turno in una competizione, come la Champions, dove sono i dettagli a fare la differenza (e il Napoli di Benitez ne sa qualcosa). De Laurentiis, forse per la prima volta ha parlato da tifoso e non da presidente. Tuttavia sarebbe stato meglio tergiversare sull’argomento o concentrarsi su altro.
“Milik al Chievo? Vediamo, potrebbe essere una soluzione, proveremo a convincerlo. Lì potrebbe giocare con maggiore continuità e accelerare la ripresa totale”.
Altra uscita a dir poco discutibile è quella relativa al futuro dell’attaccante polacco che rientrerà, se tutto va bene, a gennaio. Pensare di cederlo in prestito al Chievo in cambio di Inglese non sembra essere un’idea brillante semplicemente perché finirebbe con il destabilizzare ulteriormente Milik che, rispetto all’attaccante clivense, già conosce il modo di giocare di Sarri e potrebbe rivelarsi utile nella seconda parte di stagione. Ovviamente il minutaggio sarà decisamente limitato rispetto a un’esperienza in prestito al Chievo. La cessione di Milik potrebbe trovare una sua giustificazione solo se a gennaio Giuntoli e De Laurentiis dovessero regalare a Sarri un altro attaccante con un pedigree leggermente superiore a quello di Inglese (non ce ne voglia Roberto).
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