A sinistra Lorenzo Fioto, a destra Salvatore Viola
Aveva fatto da specchiettista per l’agguato che il 25 luglio del 1997 è costato la vita a Michele Vignola. L’omicidio è avvenuto a Parete in Provincia di Caserta e secondo la DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) è stato voluto dal suo stesso clan perché la vittima era ritenuta inaffidabile.
Stiamo parlando di Giuliano Quaranta, 57enne affiliato al clan D’Alterio – Pianese egemone sul territorio tra Giugliano e Qualiano. Per questo delitto Quaranta è stato condannato a 30 anni di carcere. La vicenda risale alla sanguinosa faida di Ercolano in cui è stata coinvolta l’organizzazione criminale dei Birra – Iacomino.
La pesante sentenza è scattata nonostante il 57enne avesse scelto il rito abbreviato. Quaranta è stato arrestato lo scorso 13 giugno in esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare firmato dal Gip del Tribunale di Napoli Marcello De Chiara. A mettere le manette ai polsi del condannato, i Carabinieri di Torre del Greco.
All’epoca dei fatti, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Quaranta ha indicato ai killer Salvatore Viola e Lorenzo Fioto dove fosse Vignola. Quest’ultimo era legato al clan Birra. Il 57enne si sarebbe occupato anche del recupero dei due assassini dopo il delitto. Quaranta era molto amico di Fioto.
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