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Chi ha distrutto il Vesuvio? Giulio Golia prova a fare chiarezza sul devastante incendio

Durante l’ultima puntata de Le Iene è andato in onda un servizio sull’incendio doloso che quest’estate ha distrutto il Vesuvio, migliaia di ettari del bosco del parco nazionale sono andati distrutti. Danni inestimabili per quello che è stato un vero e proprio disastro ambientale.

La Iena Giulio Golia ha voluto raccontare quello che è successo, provando con il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli a fare chiarezza e a comprendere chi potrebbe essere stato il colpevole, chi ha distrutto la sua stessa terra generando uno scempio devastante. Sicuramente chi ha appiccato l’incendio doveva conoscere bene queste terre, poiché gli inneschi usati per accendere il fuoco sono stati trovati in zone difficilmente raggiungibili, dunque solo chi è pratico di quei sentieri può esserci riuscito. Nel servizio Golia ha mostrato lo stato del Parco Nazionale del Vesuvio, pini secolari ridotti a scheletri e il sottobosco che è diventato un cumulo di ceneri. Una condizione preoccupante poiché con l’arrivo delle piogge e il terreno così friabile si temono le frane.

IL VIDEO DELL’INCENDIO SUL VESUVIO 

Golia e il consigliere regionale durante il servizio hanno evidenziato 4 ipotesi che potrebbero esserci dietro al terribile incendio, 4 motivi che avrebbero spinto qualcuno a dare fuoco al bosco:
– Gli operai idraulico forestali: i lavoratori stagionali precari, che in Campania sono all’incirca 5mila, si occupano di manutenzione e prevenzione e che, quindi, sono chiamati solo quando c’è necessità. E’ una classe di lavoratori che chiede di essere stabilizzata e: “Se non lo fai sono in grado di mettere a ferro e fuoco il territorio. Potrebbero esserci delle persone che noi paghiamo per non far bruciare il bosco“, ha spiegato Emilio Borrelli;
Gli abusivi: la metà delle abitazioni che sono in alcune aree limitrofe al Vesuvio sono totalmente abusive, proprietari di aree boschive in cui non si può edificare, lo si può fare a fronte di una situazione di choc: “Un incendio in cui ti sei ripulito una parte della montagna- spiega Emilio Borrelli– è un elemento di choc“.
– Lo smaltimento dei rifiuti: la zona del Vesuvio è utilizzata come una discarica a cielo aperto, si trova qualsiasi tipo di cosa e sotto i cumuli nuovi si vedono i vecchi bruciati. “La stragrande maggioranza dei rifiuti– ha spiegato il generale Sergio Costa, comandante dei carabinieri forestali in Campania- provengono da aziende, grandi, medie e soprattutto piccole, un’azienda che produce in nero, inevitabilmente smaltirà i rifiuti in nero“.  Questi rifiuti vengono poi bruciati per eliminare le prove.
Il fenomeno, però, purtroppo non si limita solo ad aziende di pellami e vestiti, pochi mesi fa Ciro Gaudino, un pentito ha raccontato che le cave erano utilizzate dai clan di camorra per depositare ogni genere di rifiuto. La iena Golia nel servizio ha sottolineato anche come nel territorio ci sia un alto tasso di mortalità per leucemia e altri tipi di patologie tumorali, che potrebbero essere dovute al livello di inquinamento dato dalla combustione dei rifiuti.
Investimenti sugli appalti: l’ipotesi legata alle opere di messa in sicurezza che vanno fatte dopo un disboscamento come quello avvenuto sul Vesuvio. In situazioni di emergenza come questa la legge prevede che si possa scegliere un’azienda anche senza gara d’appalto. Bisognerà poi ripiantare il verde che è andato distrutto e come ha spiegato Emilio Borrelli, è un investimento molto significativo: “Un ettaro ripiantato varia dagli 8mila ai 25mila euro pensate che qui si parla di migliaia di ettari“.
Potrebbe essere verosimile che qualcuno abbia pensato a questo genere di business, questo perché la legge prevede che bisogna aspettare 5 anni per procedere con il rimboscamento, fatta eccezione per una deroga della norma o una condizione d’emergenza, come quella del Vesuvio.

Il comandante Costa nel corso del servizio ha raccontato che moltissimi cittadini hanno cominciato a denunciare e a testimoniare: “Moltissimi, mettendoci la faccia ci hanno riportato informazioni investigative. Non l’avrebbero mai fatto in altri momenti, si sono scocciati. Se da queste ceneri può nascere molto di più, prendiamocelo è la presa di coscienza“.
L’incendio che ha devastato il Vesuvio quest’estate ha toccato profondamente la popolazione e chi in quelle terre ci vive, come il signor Somma , la cui casa è stata circondata dalle fiamme, che è pronto, con altri amici che abitano nella zona, a rinunciare alle vacanze per ricomprare i pini da ripiantare, perché come ha detto: “Non può finire così, facciamo finire le piante, la natura, così finisce l’uomo. Se ci mettiamo tutti, facciamo una foresta anche più grande“.

Clicca qui per vedere il servizio completo

redazione

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