“Quello viene qui sotto con la pistola in mano. Gli abbiamo piazzato tre colpi e non è morto. Tu ci puoi provare pure per altri dieci giorni, ma quello non muore. Il giorno che lo prendiamo gli spariamo tutte le botte in testa e in faccia“, queste parole intercettate dagli inquirenti e contenute all’interno dell’ordinanza di custodia cautelare contro il sodalizio dei ‘Capelloni, ovvero dei Buenerba, si riferiscono a Antonio Napoletano baby killer 20enne affiliato al clan Sibillo. Fedelissimo del baby boss Emanuele Sibillo, ‘o Nannone è scampato ad un agguato nel giugno del 2015 per poi essere gravemente ferito a luglio dello stesso anno, proprio nel giorno in cui è stato ammazzato il giovane capo del suo sodalizio.
Entrambe le organizzazioni sono conosciute come la Paranza dei bimbi, ovvero due clan costituiti e retti da giovani criminali che hanno insanguinato i vicoli di Forcella. Una guerra nel centro di Napoli che ha coinvolto gli eredi della storica famiglia dei Giuliano ed un altro potente clan della città: i Mazzarella.
Ad oggi tra arresti ed agguati sia i Sibillo che i Buonerba sono stati molto indeboliti, infatti, sul territorio si sarebbero riorganizzate le nuove leve dei Giuliano che però devono fare i conti con il ritorno degli eredi di Michele ‘o Pazzo Zaza e l'”invasione” dell’Alleanza di Secondigliano attraverso il clan Contini.
Napoletano, alias ‘o Nannone – così come riporta Il Roma – è uscito di galera dopo due anni. Una vittoria del suo legale, l’avvocato difensore Riccardo Ferone che ha ottenuto per il suo assistito gli arresti domiciliari, dopo l’arresto nell’ottobre del 2015 (all’epoca il giovane aveva 18 anni). Adesso Napoletano potrà finire di scontare la sua pena a casa, un’abitazione che si trova nel borgo di Sant’Antonio Abate fortino del sodalizio Contini–Bosti. Il ragazzo abita proprio in vico Pergola all’Avvocata, quella viuzza in cui si è consumato uno degli ultimi agguati di camorra. Infatti, lo scorso 6 settembre, qui sono stati uccisi Salvatore Draconetti ed Edoardo Amoroso.
‘o Nannone tra pochi mesi sarà definitivamente libero, infatti, la sua condanna totale in appello è stata di due anni, rispetto ai 6 rimediati in primo grado. L’unico reato per il quale è stato condannato è quello di detenzione di arma da fuoco, senza l’aggravante camorristica e della ricettazione. L’accusa avrebbe voluto dimostrare che Napoletano custodiva quelle armi, di dubbia provenienza, per il clan Sibillo.
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