Nelle prossime ore i magistrati iscriveranno i primi nomi nel registro degli indagati per la tragedia avvenuta nella giornata di martedì nella Solfatara di Pozzuoli, in cui hanno perso la vita 3 persone. Tanti gli elementi su cui l’indagine mira a fare chiarezza, cominciando dalla posizione di Lorenzo, il bambino di 11 anni che dovrebbe essersi allontanato in un’area a rischio.
Da comprendere se il piccolo fosse o meno in un’area recintata, secondo la testimonianza del fratello, unico sopravvissuto alla tragedia, Lorenzo non si trovava all’interno di un recinto, quindi, potrebbe essersi aperta una voragine che l’ha inghiottito. Intanto spunta anche un documento tra gli elementi che potrebbero fornire indicazioni utili sullo stato della Solfatara. Si tratta di una relazione scritta nel 2015 dal professor Giovanni Chiodini, dirigente di ricerca dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV). L’analisi doveva essere un parere sulla fattibilità della “realizzazione di un impianto geotermico pilota nell’area del Permesso di Ricerca “Scarfoglio”, il cui esito fu poi negativo.
Dalla relazione si legge:
“Studio da oltre 30 anni fluidi vulcanici e geotermici, campo di ricerca dove ho raggiunto una certa notorietà (…). E’ dal 2000 che nell’area dei Campi Flegrei sono evidenti segni di risveglio vulcanico che sono stati trattati in numerosi lavori recenti. Un’area dove tali segni sono particolarmente evidenti è quella di Pisciarelli ed anche via Scarfoglio (…). A Pisciarelli negli ultimi anni si è assistito ad un aumento continuo delle fumarole, accompagnato da aumento di temperatura, apertura di nuove bocche fumaroliche e polle bollenti, emissione di fanghi, attività sismica localizzata. Più in generale in tutto il settore orientale del cono della Solfatara, che include anche via Scarfoglio, si è osservata l’estensione della zona che emette dal suolo gas d’origine vulcanica e, recentemente, l’aumento del flusso totale di CO2 vulcanica (…). Le forti variazioni in corso sono conosciute sia a livello nazionale che internazionale (…). Nel 2013 tali segni, uniti alla ripresa dell’innalzamento del suolo dopo anni di subsidenza hanno suggerito al Dipartimento di Protezione Civile (DPC) di passare lo stato del vulcano Campi Flegrei da “quiete” ad “attenzione scientifica” (…).“.
Questo e altri studi sul sito vulcanico della Solfatara di Pozzuoli potrebbero essere analizzati dai magistrati per comprendere se fossero palesati fattori di rischio per la zona e quindi accertare eventuali responsabilità.
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