Il terremoto che ha interessato l’isola di Ischia ieri sera (21 agosto 2017) è solo uno dei tanti che nel corso della storia geologica ha interessato l’area e l’arcipelago flegreo. Ischia si iniziò a formare circa 150mila anni fa sotto il livello del mare e la sua storia geologica non è ancora giunta al termine. Al momento il terremoto di ieri sera non preannuncia eruzioni imminenti ma certamente il livello di allerta deve essere assolutamente innalzato (attualmente è al livello di guardia base).
L’isola ha visto numerose eruzioni esplosive nella sua storia alternate a periodi più o meno lunghi di assenza completa di attività terminati poi con importanti eruzioni, come quella che vide la nascita del Monte Epomeo (circa 55mila anni fa).
A seguito della nascita del Monte Epomeo si creò un immensa caldera ancora visibile al centro dell’isola.
Si tende a distiguere poi tre periodi successivi alla nascita della depressione calderica. Il primo fu caratterizzato da molte eruzioni di natura esplosiva e in parte sottomarine che interessarono per lo più la parte a sud-ovest.
Il periodo successivo interessò invece la parte a sud-est con l’eruzione della Grotta di Terra che si protasse sporadicamente per migliaia di anni.
In seguito l’attività cambiò e da esplosiva divenne in parte effusiva con la formazione di colate laviche ancora visibili.
E’ in questo contesto che va inquadrato il terremoto di ieri sera, Ischia è un isola vulcanica e si è formata proprio grazie ad una delle tante eruzioni che hanno interessato i Campi Flegrei.
I terremoti sull’isola sono tutti di origine vulcanica e sono stati molto frequenti tanto che lo storico Strabone ci dice: “Pitecusa fu colonizzata da Eretriesi e Calcidiesi, i quali, sebbene vi prosperassero per la fertilità del suolo e per le miniere d’oro, l’abbandonarono sia per discordie tra loro sia perchè atterriti da continui terremoti e dalle eruzioni di fuoco, dal mare e di acque calde”.
Elenco Principali Terremoti sull’Isola di Ischia in epoca storica
1557 – Danni a cose, soprattutto a Campagnano
1622 – Numerose scosse (danni a cose)
1762 – 23 luglio. 4,93 Richter + 28 e 29 luglio. Gravi danni
1767 – Forti scosse, crolla chiesa Rotaro
1796 – 18 marzo. 5,57 Richter. 7 morti a Casamicciola
1827 – da aprile 14 scosse di lieve entità
1828 – 2 febbraio. 5,78 Richter. 28 morti a Casamicciola, gravi danni Forio, Lacco ed Epomeo
1841 6 marzo. Forte scossa (5,14 Richter): danni a cose, soprattutto Casamicciola
1863 – 30 Gennaio. Frane Epomeo (4,93 Richter)
1867- 16 agosto. Forte, qualche crollo (4,72 Richter)
1880 – fine luglio. Scosse per 5 giorni di fila
1881 – 4 marzo. 124 morti a Casamicciola, 5 a Lacco (5,36 Richter)
1883 – 28 luglio 20.25. Casamicciola. 1784 persone morte a Casamicciola, 345 Forio, 146 a Lacco, 28 a Serrara Fontana, 10 a Barano. Per tutta l’isola furono più di mille i feriti. Danni ingenti. Scosse nei giorni successivi. (5,79 Richter)
E’ bene notare che la previsione di questi terremoti di origine vulcanica è quasi impossibile a riprova di ciò vi proponiamo il bollettino mensile dell’INGV dell’isola di Ischia del luglio 2017.
L’istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che sorveglia da sempre l’area non ha segnalato nulla di rilevante nel proprio bollettino. “Nel corso del mese di luglio 2017 ad Ischia non sono stati registrati terremoti. L’ultimo evento si è verificato il 31/08/2016 con magnitudo 2.3. Non si evidenziano trend significativi nei parametri sismologici”.
Come si può notare il terremoto di ieri sera non aveva dato nessun segnale precursore e questo deve da una parte essere da stimolo agli scienziati per la ricerca, le istituzioni devono istituire in queste aree a rischio piani di evacuazioni sempre piu aggiornati e in noi deve esserci sempre la “memoria storica” che spesso viene persa e che ci serve a ricordare che questi luoghi affascianti e di impareggiabile bellezza conservano dentro se degli enormi rischi che possono materializzarsi all’improvviso come in una tranquilla sera d’estate.
Cosa accadrà è difficile dirlo e prevederlo e allo stato attuale quello di ieri sera è solo un terremoto “spartiacque” che servirà a capire di più sull’evoluzione geologica dell’isola di Ischia e dell’Area Flegre. Quello che è certo è che è di natura vulcanica in quanto queste tipologia di sismi sono caratterizzati da una estrema localizzazione.
L’isola di Ischia è a rischio? Beh certamente si come tutta l’area flegrea dove nel sottosuolo vi è un immensa camera magmatica capace di alimentare eruzioni per migliaia di anni (non a caso i Campi Flegrei, Ischia inclusa, sono definiti come uno dei pochissimi Supervulcani), quando questo accadrà nessuno può dirlo e l’uomo non può far altro che osservare e prevenire il rischio inteso principalmente come perdita di vite umane cercando di costruire in luoghi “sicuri” e con tecnologie sempre più innovative in termini di antisismicità.
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