Foto: La Repubblica
La sua vita cambiò radicalmente nel 2000, quando gli fu diagnosticata la Sclerosi laterale amiotrofica, un verdetto di morte che non ha mai piegato Raffaele Tripodi. Giovane fisico e scrittore napoletano è morto dopo aver combattuto per 17 anni contro un terribile male: “Il mostro che divora tutto e tutti“, così gli piaceva descrivere la patologia di cui soffriva.
Raffaele Tripodi aveva 42 anni, gli amici lo chiamavano Otti e ricordano di lui la grande passione per la fisica e la scrittura. Laureato a pieni voti all’Università degli Studi di Napoli Federico II, negli anni della sua malattia aveva scritto un romanzo Tuxedo, edito dall’Ad est dell’equatore (prezzo 10.20 euro), un racconto per descrivere i catastrofici cambiamenti climatici che stanno investendo il nostro pianeta, in cui il protagonista Hanry, riesce a trovare una sostanza capace di stravolgere la produzione di biocarburante mondiale.
Raffaele era molto entusiasta del suo libro, raccontò così l’esperienza della scrittura:
“Con i movimenti della testa sposto la freccina del mouse e clicco con i piedi. “Tuxedo” è un romanzo letteralmente scritto con i piedi“. Nonostante l’avanzamento della sua malattia rendesse impossibile qualsiasi tipo di movimento, Otti riuscì a concludere il suo romanzo, che è uscito nel 2015. In quell’anno, in occasione dell’uscita del suo libro, parlò della sua malattia e delle condizioni in cui sono costretti a vivere i malati di SLA, i problemi dell’assistenza sanitaria e come l’Italia affronta temi tanto importanti:
“In Italia le parole “ricerca” e “assistenza” hanno il suono mesto della campana a morto. Dieci anni fa venni domiciliarizzato con il progetto “A.d.o.t.i.” (Assistenza domiciliare ospedaliera terapia intensiva). All’epoca si pensò che garantire una buona assistenza con medici, infermieri e il supporto della rianimazione dell’ospedale Pellegrini costasse meno di un letto nel reparto rianimazione. La mole di lavoro fu delegata dal settore pubblico alle famiglie, ma la domiciliarizzazione funzionò. Poi, con i recenti tagli alla sanità, “A.d.o.t.i.” è stato sfasciato. Noi e le nostre famiglie in balia degli eventi. Sogno un medico di cui potermi fidare e la manutenzione del respiratore, senza doverlo inviare a Milano“,
C’è tanto dolore per la scomparsa di Raffaele Tripodi, in moltissimi sono accorsi ai suoi funerali, che si sono tenuti questo giovedì mattina presso la chiesa degli Oblati in via Egiziaca a Pizzofalcone, per dargli l’ultimo saluto. Tutti ricordano la forza di Otti, un ragazzo che non si è mai arreso davanti al brutto male che l’aveva colpito, era giovanissimo quando gli fu diagnosticata la SLA e lui ha sempre detto che in quel momento finì la sua prima vita, ma cominciò la seconda, che ha vissuto con grinta ed energia fino all’ultimo.
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