Cittadinanza onoraria a Maradona, il dietrofront di De Magistris: dalla strada al palazzo

Nessuno si sarebbe mai aspettato che sarebbe andata a finire così, sicuramente non Luigi De Magistris che quando ha deciso di conferire la cittadinanza onoraria a Diego Maradona credeva di fare cosa gradita ai cittadini. E invece, la situazione si è capovolta nel giro di poco, da quando le accuse rivolte da due consiglieri comunali, sostenevano che l’ex calciatore argentino fosse stato pagato per partecipare alla festa di piazza Plebiscito e che il sindaco fosse stato poco chiaro sulla vicenda. Da quel momento, il primo cittadino non era più chi rendeva ufficialmente napoletano l’idolo indiscusso del popolo partenopeo, ma colui che invece di concentrarsi sui problemi reali della città, pensava a farsi pubblicità “sfruttando” l’immagine del numero 10, della storia che: “Chi ha amato non dimentica“.

Da qui nelle 48 ore che hanno proceduto la grande festa di piazza Plebiscito a Napoli sono comparsi striscioni contro Luigi De Magistris: “5 luglio…non l’ha voluto la città…ma un Sindaco a caccia di soldi e pubblicità”. Nella mattinata di martedì un gruppo di comitati per il diritto alla casa hanno occupato il primo piano di palazzo San Giacomo, un episodio apparentemente slegato dalla questione della cittadinanza a Maradona, ma che in realtà potrebbe essere stato mosso anche e soprattutto da questo. Luigi De Magistris si è trovato, quindi, davanti a una situazione che, lui stesso ha detto, non si aspettava. Così ha deciso di fare un clamoroso dietrofront, spostare la cerimonia della cittadinanza onoraria dalla piazza, dove ci sarebbe stato quel popolo di cui lui tempo fa si è dichiarato “difensore”, a palazzo San Giacomo, dove invece si è tenuta una cerimonia a porte chiuse per stampa e pochi “adepti”. La giustificazione del primo cittadino napoletano è stata: “Non immaginavo che la cittadinanza a Maradona dividesse in questo modo“.

Eppure ha diviso, in molti non hanno digerito il fatto che un sindaco si preoccupasse più di un evento del genere che per altro. La questione dei compensi poi non ha fatto altro che incendiare ancora di più gli animi. Così il sindaco, invece, di “metterci la faccia” a una cosa avallata anche da lui- la cittadinanza onoraria a Maradona– ha preferito rifugiarsi in quel palazzo, da cui ha sempre detto di voler uscire, definendosi “sindaco di strada”. Scelta tra l’altro non piaciuta all’ex calciatore argentino, che inizialmente aveva pensato di disertare la cerimonia nella sede del Comune per andare solo in piazza.

Poi alla fine ha deciso di andare e dopo alcune firme si è diretto alla festa, dove ad attenderlo c’erano solo 10mila persone, rispetto alle 30mila consentite. Evento da molti giudicato un flop, mal riuscito probabilmente a causa di tutte queste polemiche nate attorno alla manifestazione. E cosa resta all’indomani di una festa che sarebbe dovuta essere l’evento dell’anno? Maradona continuerà a essere amato dal popolo napoletano, anche se la questione dei compensi resta poco chiara, questione per cui la colpa non è mai stata data a lui, magari in minima parte, ma al sindaco. A quel sindaco che per la prima volta ha preferito non salire su un palco, tra l’altro da lui voluto e pubblicizzato, per restare dietro un portone chiuso. Che l’abbia fatto per evitare polemiche in un giorno di festa, come lui ha voluto far credere? O forse per non sentire quei “fischi” che tanto teme e quelle contestazioni da cui tanto rifugge?

redazione

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