C’era da festeggiare, l’occasione era di quelle importanti. Un momento che tutta Secondigliano e Scampia dovevano vivere. Chiunque abitasse nella zona doveva ricevere il messaggio: i Di Lauro non solo erano nel quartiere ma comandano ancora, restando la famiglia più forte. E per questo il potente clan dell’area Nord di Napoli aveva organizzato una festa unica e imperdibile invitando cantanti neomelodici e allestito uno spettacolo pirotecnico mail visto.
Ma cosa era accaduto? Di cosa tutti dovevano essere testimoni? Semplice, i Di Lauro sono il sodalizio egemone in quel territorio perché il boss scissionista Raffaele Amato è stato allontanato dal quartiere esattamente l’anno prima. Un anniversario storico e che doveva restare bene impresso nella mente di tutti gli affiliati. È tutto contenuto nel verbale del 9 giugno 2016, nel quale vi sono le dichiarazioni dell’ex killer dei Di Lauro, Marco Capasso collaboratore di giustizia dal 2010.
“Nel Terzo Mondo sì stava svolgendo una festa voluta da Cosimo Di lauro il quale intendeva festeggiare il fatto che ricorreva un anno dall’allontanamento volontario di Raffaele Amato da Secondigliano e dal clan. Il fatto della festa era a me già noto in quanto si trattò di una vera festa di piazza che si svolse nel Terzo Mondo dove io abitavo con partecipazione dì svariati cantanti neomelodici che si esibirono mentre alcuni affìliati di spicco del clan quale Giovanni cortese detto ‘ o cavallaro e Ferdinando Emollo detto nanduccio attraverso il microfono posto sul palco dove si esibivano gli artisti proferirono parole offensive soprattutto nei confronti dì Raffaele Amato e anche, in maniera minore nei confronti di Cesare Pagano. Ciò alfine di far comprendere alla cittadinanza del quartiere che i Di lauro erano egemoni sul territorio“, queste le affermazioni del pentito.
Dunque tutto è stato organizzato da Cosimo Di Lauro, primogenito di Ciruzzo ‘o Milionario, e alla grande festa (tenutasi nel rione Terzo Mondo) hanno partecipato anche gli affiliati più importanti dell’organizzazione criminale, come Giovanni Cortese, detto ‘o Cavallaro, e Ferdinando Emollo alias Nanduccio.
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