A Napoli, è inutile nasconderci dietro un dito, sappiamo come imprecare. Anzi siamo dei veri e propri maestri nell’arte dell’imprecazione. Di solito i più esperti sono coloro i quali si professano “cattolici credenti“. Sono, di solito, loro a snocciolare i nomi di tutti i Santi del Paradiso, anche quelli meno conosciuti. Gli atei e gli agnostici, invece, si astengono da questa pratica preferendo sfogare la propria frustrazione in altre e più “nobili arti“. C’è da dire però che il capoluogo campano, come al solito, confonde e rende assolutamente difficoltoso orientarsi in siffatta promiscuità. Non me ne vogliano assolutamente i cultori permalosi di questa città.
Non saprei come altrimenti spiegare il fatto che anche un bestemmiatore può essere considerato a tutti gli effetti un buon cattolico e che un camorrista, di solito invischiato in faccende di omicidi e droga, possegga una cappella privata nella propria villa. Nel capoluogo campano tutto è possibile, persino bestemmiare col “pezzotto”. Cosa significa? Si tratta di una soluzione creativa orchestrata ad arte dai napoletani per non macchiarsi di peccati mortali restando nell’ambito di quelli veniali. Si evitano insomma imprecazioni a scena aperta su Santi e Madonne.
IMPRECAZIONI ‘AMICHEVOLI’ – Quando si è tra amici, ci si limita nel sfogare la propria frustrazione, ad esempio, per un goal mancato, e si impreca genericamente adoperando le seguenti bestemmie appezzottate che vengono rivolte al malcapitato comodino di turno “Mannaggia ‘a colonna”, o “Mannaggia ‘a culunnetta”. Chi vuole esagerare esclama quasi a cuor leggero “Ma che sangue ‘ra culonna”. E c’è poi chi preferisce gridare “Mannaggia l’addormentata” restando così nell’ambito della camera da letto.
IMPRECAZIONI STORICHE – Nel novero delle bestemmie napoletane col pezzotto non poteva mancare “Mannaggia a’ marina”. Questa imprecazione nasce a Napoli, nell’agosto del 1860. Francesco II di Borbone viene informato dell’incontrastato sbarco dei Mille in Calabria. La Marina militare non si oppone all’avanzata di Garibaldi e Franceschiello non riesce a trattenere la rabbia.
IMPRECAZIONI A SANTI INESISTENTI – Queste possono essere considerate a tutti gli effetti vere e proprie bestemmie appezzottate. Si rivolge, infatti, la propria rabbia a Santi inesistenti o tutt’al più al nemico pubblico numero uno dei cristiani proferendo in pubblico senza alcuna paura di scomunica le seguenti imprecazioni: “Mannaggia San Pizzo”, “Mannaggia Santo Cazzo”, “Mannaggia ‘o riavolo” e “Mannaggia ‘a capa e’ zi Vicienz’”
IMPRECAZIONI INOFFENSIVE – Queste bestemmie invece si adoperano quando si sceglie di non lasciarsi andare alla rabbia rimanendo nel limite civile consentito. E’ così che un napoletano doc esclama “Mannaggia ‘a bubbà” o “Mannaggia ’o suricillo e ppezza nfosa” se magari si è alla presenza di una creatura innocente.
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