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Il Gigante cumano, la statua che ha segnato la storia del Largo di Palazzo

Ci sono molte storie e curiosità legate a Napoli. Una di queste è sicuramente quella del Gigante di palazzo, una statua raffigurante il busto marmoreo del dio Giove cumano, divenuta per 138 anni un simbolo della città. Attraverso la scultura i napoletani, con la propria ironia, si prendevano gioco dei potenti. Attualmente la statua è riposta nei giardini del Museo Archeologico Nazionale ma per anni è stata al centro della città partenopea, nei pressi di Piazza del Plebiscito.

Il mastodontico busto di Giove da Cuma fu portato a Napoli nel 1668 per volere del viceré spagnolo don Pedro Antonio d’Aragona. La scultura di Giove venne collocata accanto al Palazzo vicereale, da cui prende il nome il “Gigante di Palazzo” nell’attuale Piazza del Plebiscito, al fianco della statua del Gigante, oggi situata al fianco di palazzo dell’Immacolatella. Mentre la strada che portava verso Santa Lucia, la nostra via Cesario Console, venne denominata Salita del Gigante.

In poco tempo la statua divenne luogo d’incontro della satira napoletana, dove autori ignoti e di spicco decantavano gli abusi e i soprusi alle autorità. Fu anche posta una sentinella di guardia accanto al Gigante di Palazzo, che proibiva a chiunque di fermarsi a leggere i componimenti. Dietro le penne di questi illustri autori vi erano sia nomi di spicco della produzione letteraria napoletana, che popolani e i componimenti in dialetto pungevano per ironia, semplicità, suonavano provocatori ed erano sempre indirizzati alle principali autorità del regno.

Due secoli dopo, nel 1807, Giuseppe Bonaparte fece traslocare la statua di Giove dalla piazza ammutolendo per sempre la voce del Gigante. Nel giorno della sua rimozione da Piazza Plebiscito si potevano leggere sul busto della statua, in forma sarcastica, queste parole come espresso desiderio delle sue ultime volontà: “Lascio la testa al Consiglio di Stato, le braccia ai Ministri, lo stomaco ai Ciambellani, le gambe ai Generali e tutto il resto a re Giuseppe”. Quel “tutto il resto” derise nuovamente il sovrano in carica che fu oggetto di ilarità da parte del popolo.

Nel 1809 il Gigante dopo aver subito numerosi danneggiamenti e restauri, fu portato nelle Scuderie reali, per poi entrare a soggiornare definitivamente al Real Museo Borbonico di Napoli, attuale Museo Archeologico Nazionale.

Francesco Pizzo

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