Ha scalato tutte le categorie calcistiche. Dalla Promozione alla Serie A. Dall’Antella, piccola frazione di Bagno a Ripoli, in provincia di Firenze, al Napoli.Dai campi in terra battuta al Santiago Bernabeu. Negli ultimi vent’anni ne ha fatta di strada Maurizio Sarri, l’ex impiegato di banca, figlio di un operaio dell’Italsider di Bagnoli, nato proprio nella città partenopea.
A 58 anni non ha intenzione di fermarsi e vuole continuare la sua scalata verso l’olimpo del calcio. In una stagione da “zero tituli” per il suo Napoli, il tecnico cresciuto in provincia di Arezzo porta a casa un triplete che certifica quanto di buono fatto in questi anni, proiettandolo verso un futuro da assoluto protagonista del calcio europeo.
Nel giro di un mese, Sarri si è portato a casa tre “tituli” che per un allenatore valgono doppio. Votato miglior tecnico dai suoi colleghi, riconoscimento che gli è valso la “Panchina d’oro” 2016, negli ultimi giorni il buon Maurizio si è aggiudicato il “Premio Bearzot“, assegnato da una giuria composta da rappresentanti delle maggiori testate sportive italiane e promosso dall’Unione Sportiva delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani (ACLI) e patrocinato dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), e un altro riconoscimento in ambito internazionale.
Sarri è stato infatti inserito da L’Equipe, prestigioso quotidiano sportivo francese, al 23esimo posto della classifica dei 50 migliori allenatori al mondo in attività. Un premio che non va sottovalutato, soprattutto se si considera che il tecnico toscano è in serie A da appena tre anni e solo da due si è affacciato in competizioni internazionali come Europa League e Champions League.
Riconoscimenti motivati da parole che fanno quasi rabbrividire e che sottolineano e ribadiscono ancora una volta le idee calcistiche innovative di un uomo che vive quasi h24 per il futbol.
“Prendete il meglio del calcio spagnolo e il meglio del calcio tedesco e ottenete uno degli allenatori più interessanti d’Europa – scrive L’Equipe -. Un’Europa che lo conosce da poco, anche se Maurizio Sarri ha già 58 anni, ma solo tre stagioni in Serie A all’attivo. Dopo un solo anno nella massima serie con l’Empoli, l’ex banchiere (ha abbandonato il suo lavoro “vero” per concentrarsi sul calcio a 43 anni) è arrivato nel 2015 a Napoli con le sue idee e i suoi famosi metodi. Perché nel gioco di Sarri, nulla è lasciato al caso, e i movimenti si ripetono all’infinito. In qualche modo, ha istituito il “tiki-taka verticale“: il Napoli ama avere la palla, ma sistematicamente cerca di portarla davanti. L’enorme pressing messo in atto è un incubo per gli avversari, anche se può costare energie. Inoltre, Sarri deve sentire sue anche alcune idee: aver inventato come punta l’esterno Dries Mertens per sostituire l’infortunato Arkadiusz Milik, ha trasformato il belga in attaccante da 20 gol in campionato”.
Da leggere anche le motivazioni che lo hanno portato a vincere il “Premio Bearzot”.
“Dostoevskij ha scritto che la bellezza salverà il mondo. Chissà se Maurizio Sarri, uomo di buone letture oltre che grande allenatore, si e’ ispirato a questa frase nel corso di una carriera che dai capi di provincia fino alla Champions League ha avuto come comun denominatore il bel gioco sempre praticato dalle sue squadre. Anche Enzo Bearzot, pur non essendo un esteta, mise in campo la Nazionale più spettacolare della storia azzurra, nei mondiali di Argentina del 1978. Quel progetto diventò vincente quattro anni dopo quando alla bellezza si unì anche la praticità e la concretezza che portarono al trionfo di Spagna ’82. Con ‘il grande Vecio’, Maurizio Sarri ha in comune anche la capacita’ di creare una coesione straordinaria nel gruppo di giocatori che guida. Uomini che per lui hanno dimostrato di dare sempre il massimo, grati a un allenatore che con la sua cultura del lavoro ha sempre esaltato e migliorato le individualità, inserendole pero’ nel superiore concetto di squadra. Un maestro capace di scrivere uno spartito originale e sempre riconoscibile da tutti quelli che amano la bellezza, anche nel calcio”.
Insomma un’ascesa senza freni che potrebbe addirittura decollare nelle prossime stagioni sportive, specie se il progetto Napoli continuerà a crescere senza essere smantellato ogni anno dal calciomercato e minacciato nell’estate del 2018 dalla clausola rescissoria da 8 milioni di euro presente nel contratto di Sarri. Spiccioli per sceicchi, oligarghi e società blasonate come Real, Barcellona e Bayern Monaco.
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