Foto LaPresse - Jennifer Lorenzini
Sono arrivate le sentenze di primo grado della giustizia sportiva sul caso Calcioscommesse relativo alle due gare truccate da alcuni giocatori dell’Avellino per conto del clan della Vanella Grassi, i cosiddetti ‘Girati’, attivo nei quartieri a nord di Napoli, in primis Secondigliano e Scampia.
Coinvolto il difensore del Genoa e della Nazionale Armando Izzo, 25enne originario proprio di Scampia. Il Tribunale nazionale federale ha squalificato il giocatore per 18 mesi per omessa denuncia, facendo cadere l’accusa più grave, quella di illecito sportivo, che aveva spinto la Procura della Figc, guidata da Giuseppe Pecoraro, a chiedere sei anni di squalifica. A Izzo viene contestata la presenza ad alcune cene nonché “la reticenza mostrata nel negare fatti e circostanze che, invece, si sono rivelati quali realmente accaduti”.
Dopo questa sentenza di primo grado, in attesa del ricorso in Appello, Izzo tornerebbe a giocare dopo un anno e mezzo, nell’ottobre del 2018, quattro mesi dopo i Mondiali in programma in Russia. Il legale del difensore del Genoa, Antonio de Rensis, si appellerà in secondo grado, la cui sentenza è prevista entro fino maggio. La squalifica potrebbe essere ulteriormente alleggerita. Il venticinquenne difensore del Genoa avrebbe potuto patteggiare con la Procura Federale ma è invece voluto andare sino in fondo, convinto della propria innocenza.
LE ALTRE SQUALIFICHE – Cinque anni di squalifica per illecito sportivo e 50 mila euro di ammenda. Mazzata per Francesco Millesi, ex capitano dell’Avellino, e Luca Pini, all’epoca dei fatti tesserato per l’ASD Atletico Torbellamonaca (penalizzato di due punti) ma in passato giocatore delle giovanili dell’Avellino. Pini era inserito nell’ambiente grazie anche a una gioielleria di famiglia attraverso la quale vendeva orologi di lusso a giocatori e addetti ai lavori.
Tre punti di penalizzazione e 50mila euro di ammenda per l’Avellino (richiesta iniziale di 7), da scontare nel campionato di serie B in corso, per la gara ‘truccata’ con il Modena. Smontata invece l’accusa per la gara con la Reggina. Prosciolti invece il presidente Walter Taccone e i calciatori Luigi Castaldo, Fabio Pisacane, Raffaele Biancolino e Mariano Arini.
LE GARE
La prima è Modena-Avellino del 17 marzo 2014, terminata con la vittoria degli emiliani per 1-0; la seconda è Avellino-Reggina del 24 maggio dello stesso anno, terminata con la vittoria degli irpini per 3-0. Prima di queste due gare sarebbe fallito un precedente tentativo di influenzare il risultato di Avellino-Trapani (13 maggio, 3-3 il risultato finale) mentre la successiva combine di Padova-Avellino, in programma il 30 maggio (ultima giornata di campionato) è saltata grazie all’intervento dei carabinieri che arrestarono Antonio Accurso e altri affiliati per il loro coinvolgimento nel duplice efferato omicidio dei fratelli Matuozzo, uccisi il 29 agosto del 2013. Blitz scattato proprio mentre Accurso e i suoi sodali festeggiavano per la larga vittoria (3-0) dell’Avellino contro la Reggina.
L’INCHIESTA DELLA PROCURA DI NAPOLI
Decisive ai fini dell’indagine le dichiarazioni di Antonio Accurso, considerato uno dei reggenti del clan, arrestato nel maggio del 2014 e poi diventato collaborare con la giustizia. Le sue parole hanno portato alla luce l’interesse della Vanella Grassi nel settore del calcioscommesse, in cui reinvestire proventi illecitamente accumulati con il traffico di stupefacenti e le estorsioni. Portata alla luce anche la capacità di influenzare alcune partite del campionato di serie B della stagione 2013-2014, in particolare di partite giocate in Campania nel maggio 2014: attraverso un “contatto” (secondo la DDA proprio Armando Izzo perché considerato il nipote acquisito di Salvatore Petriccione, considerato dagli investigatori il fondatore della Vanella Grassi) il capo clan e suoi sodali hanno attratto nell’orbita criminale altri soggetti; questi hanno messo a disposizione ingenti somme di denaro per corrompere giocatori dell’Avellino e influenzare le due gare.
Coinvolti nell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che lo scorso 23 maggio portò i carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli a eseguire a un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 10 persone (7 in carcere, 3 ai domiciliari), anche il difensore del Cagliari, Fabio Piscane (originario dei Quartieri Spagnoli) e due ex calciatori dell’Avellino: Mariano Arini e Raffaele Biancolino. Per tutti e tre la procura della Figc ha chiesto sei mesi di squalifica e 30mila euro di ammenda “per aver violato il dovere di informare la procura federale”. Per l’ex presidente e ora amministratore unico dell’Us Avellino, Walter Taccone, la sanzione richiesta è di 9 mesi di inibizione più 45 mila euro di ammenda.
LA DIFESA DI IZZO
In un’intervista rilasciata lo scorso marzo al Corriere dello sport, Armando Izzo ha riferito di non aver rapporti con la criminalità organizzata di Napoli. “Non ho rapporti con lui (Salvatore Petriccione, ndr) da quando ero ragazzino. C’è di più. Secondo questo boss sarebbero venuti a Trieste per farmi alterare una gara, ma siccome contavo zero allora è saltato tutto. Ho chiesto al mio avvocato: non c’è nessuna traccia del presunto viaggio. Solo parole. Ma questa dichiarazione è un autogol. Perché io a gennaio 2012 passo all’Avellino. Sarei uno del clan, giusto? E invece nessuno mi cerca. Vengono a Trieste, ma quando sono a un tiro di schioppo da Napoli, niente. E mica per qualche mese: passano oltre due anni prima di arrivare ai due presunti illeciti”.
Sulle due gare truccate “le sembra credibile che un boss punti 400 mila euro per vincerne 45 mila? E Millesi accetta di restituire i 400 mila se le cose vanno male? Una scommessa sul Modena che doveva fare un gol con qualunque risultato. E quella gara io non l’ho giocata. Mi ero fatto male in settimana e durante il riscaldamento era tornato il dolore. Finisco in panchina. Ora mi segua: il boss vede la gara da un centro scommesse, si è fatto prestare il telefono da Pini. Primo tempo 00. Preoccupato manda messaggi a Millesi per risolvere il problema. Millesi, in panchina come me, incrocia Peccarisi che ritorna dagli spogliatoi e lo convince per 15 mila euro a far segnare il Modena. Le immagini Sky testimoniano tutto questo”.
Izzo sarà a Roma a seguire il processo. “C’è in ballo la mia vita e quella della mia famiglia. Ho due bimbe piccole. Il c.t. Ventura mi ha preso da parte durante l’ultimo stage: “Armando se non stai sereno poi si vede in campo. Per noi sei importante: siamo convinti che ne uscirai pulito”. Sono state belle quelle parole, ma starò sereno quando i giudici diranno che non ho fatto nulla”.
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