E’ stato condannato a tre anni di reclusione per favoreggiamento il gioielliere dei vip, Luigi Scognamiglio, accusato di aver aiutato il boss Antonio Lo Russo durante la sua latitanza.
La sentenza è stata emessa dal gup Francesco de Falco Giannone al termine del processo con rito abbreviato. Scognamiglio, difeso dall’avvocato Sergio Cola, aveva ammesso di avere ospitato Lo Russo in un appartamento di vicoletto Sant’Arpino, una traversa di via Chiaia nei pressi del cinema Metropolitan, ma solo perché aveva paura di subire ritorsioni considerato lo spessore criminale di Lo Russo.
Il gioielliere della “Napoli bene”, meglio conosciuto come “Gigino élite”, è il titolare del noto marchio “Calabritto 28” (presenti sia a Chiaia che al Vomero), nonché amico di infanzia Antonio Lo Russo. Originario di Miano, quartiere a nord di Napoli, Scognamiglio si è poi stabilito a Posillipo dopo l’ascesa imprenditoriale.
Arrestato lo scorso 25 gennaio, “Gigino éelite”, era stato scarcerato l’8 febbraio dal Tribunale del Riesame che ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare per l’imprenditore napoletano. Lo Russo aveva raccontato ai pm della Dda di Napoli di esser stato protetto da Scognamiglio per più di un mese nella sua casa situata nel quartiere Chiaia.
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