Maxi sequestro a noti imprenditori napoletani: erano legati al clan Lo Russo

Questa mattina il centro D.I.A. di Napoli ha eseguito il sequestro di molteplici beni nei confronti dei fratelli Bruno, Salvatore e Assunta Potenza, noti imprenditori Campani legati alla criminalità organizzata di stampo camorristico.

Dando esecuzione al provvedimento del Tribunale di Napoli – Sezione Misure di Prevenzione, si è dato luogo ad un’operazione articolata che si sviluppa su tre differenti decreti di sequestro dopo lunghe indagini accurate verso i soggetti sopra citati. Sono emersi nel dettaglio movimenti di denaro verso l’estero, rimpatriati poi con bonifici e reinvestimenti sul territorio nazionale e il trasferimento di risorse estere su conti aperti presso banche italiane con un giro che si legava tra gli altri al clan Lo Russo. Un ingente patrimonio accumulato dai tre fratelli, anche dopo la morte del padre Mario ‘o chiacchierone’ che aveva permesso un accumulo ingente di risorse attraverso movimenti economici derivanti da attività illecite come usura, riciclaggio, associazione per delinquere. Il tutto avveniva con un giro tra imprese economiche ed immobili per far fruttare il denaro, nono solo sul territorio napoletano ma anche milanese.

MAPPA DELLA CAMORRA A NAPOLI: ECCO CHI COMANDA IN CITTÀ

Nello specifico, il sequestro ha interessato diverse unità immobiliari, sei società, 3 quote societarie (tra cui il famoso ristorante Donna Sophia dal 1931 sito a Milano e la sala ricevimenti Villa delle Ninfe di Pozzuoli), auto, sessantasei depositi bancari tra l’Italia e l’estero e cinque polizze. Il valore di tutto si aggira intorno ai venti milioni di euro.