Era in compagnia di Genny Cesarano e altri ragazzi quando la “stesa” ordinata dal boss Carlo Lo Russo (oggi collaboratore di giustizia) provocò la morte del 17enne in piazza San Vincenzo alla Sanità.
Raffaele Bacio Terracino, 21 anni, è stato raggiunto da un provvedimento di custodia cautelare in carcere perché gravemente indiziato dei reati di detenzione e porto abusivo di arma nell’ambito delle indagini sulla morte di Genny Cesarano. Il provvedimento – emesso dal gip del Tribunale di Napoli – è da inquadrare nell’ambito degli ulteriori approfondimenti svolti in relazione all’omicidio di Cesarano, ucciso all’alba del 6 settembre 2015.
FOTO RAFFAELE BACIO TERRACINODalle indagini è emerso che nel gruppo di ragazzi che al momento dell’omicidio sostavano in piazza in compagnia del 17enne, vi era un giovane armato che non aveva risposto al fuoco del commando dei Lo Russo. Genny, estraneo alla criminalità organizzata, fu ucciso – come hanno accertato le indagini grazie anche alla dichiarazioni del pentito Carlo Lo Russo – per effetto di una cosiddetta “stesa” (sparatoria a scopo intimidatorio) di elementi del clan Lo Russo in risposta ad un’analoga azione, avvenuta nei giorni scorsi, del gruppo criminale Esposito-Genidoni.
Gli autori della “stesa”, tutti affiliati al clan Lo RussoAll’identificazione di Bacio Terracino si è giunti grazie alle attività di intercettazione ambientale svolte nell’immediatezza, ed in particolare grazie ai dialoghi registrati all’interno della autovettura in uso agli amici della vittima, soggetti che – alla stregua delle indagini successivamente espletate – sono stati indagati del delitto di false informazioni al Pubblico Ministero.
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