Non sono sicuramente piaciute le parole di Aurelio De Laurentiis dopo la sconfitta di Madrid.
Il duro attacco nei confronti dell’allenatore Maurizio Sarri, colpevole di far giocare sempre gli stessi e di non dare spazio agli investimenti fatti dal patron (Milik, Pavoletti, Rog, Maksimovic), ha sollevato nuovi dubbi sul felice proseguo del matrimonio tra i due.
Sarri la scorsa estate ha prolungato, con tanto di adeguamento, il suo contratto fino al 2020 con un ingaggio raddoppiato (salito a 1,4 milioni di euro) più diversi bonus legati al cammino in campionato e in Champions. Nel nuovo contratto, così come impone la filosofia imprenditoriale di De Laurentiis, c’è anche una clausola per il divorzio. Così come scrive Il Mattino, “per dirsi addio, unilateralmente, e risolvere il contratto senza il consenso dell’altro, a partire dal 2018 (e non da quest’anno) Sarri dovrebbe versare al Napoli poco più di 7,5 milioni di euro. E De Laurentiis, in caso di risoluzione da parte del Napoli, circa 700 mila euro”.
Un prolungamento sulla carte di quattro anni ma con un ‘aggiornamento’ al termine dei primi due. Difficile dunque che l’allenatore toscano quest’anno possa lasciare la panchina del Napoli nonostante il rapporto di odio e amore con Aurelio De Laurentiis.
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