E’ morto dopo una lunga malattia che l’aveva colpito quando stava scontando la sua pena in carcere.
Antonio Cennamo, detto Tanuccio o’ malommo, è morto nella sua abitazione di Gaeta dove viveva da qualche anno con la famiglia dopo la scarcerazione per un male incurabile. E’ stato per tanti anni il boss dei comuni di Frattaminore e Caivano, a capo del gruppo camorristico legato alla famiglia Moccia di Afragola.
Arrestato dalla Squadra mobile di Napoli nel 2003, dopo diversi anni di latitanza, Cennamo era accusato di essere l’esecutore materiale del duplice omicidio di Salvatore Natale e Sergio Oliviero avvenuto a Caivano nel settembre del 1999, in concorso con i collaboratori di giustizia Giuseppe Marino e Gerardo Legnante su indicazione di Luigi Moccia.
L’arresto avvenne nel 2003 in una villetta situata nella zona di montagna a Calvi di Itri. L’organizzazione capeggiata dal Cennamo si era resa negli ultimi tempi responsabile di alcuni tentati omicidi, estorsioni e il 24 aprile del 2003 a Caivano dell’omicidio di Giuseppe Di Micco. Al momento della cattura il pregiudicato aveva con se’ oltre 4 mila euro, in un cassetto della cucina furono stati trovati baffi finti e una parrucca.
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