09/05/2013 Roma, assemblea annuale di Rete Imprese Italia. Nella foto Vincenzo De Luca
In Campania la sanità è un campo minato dove gli attori politici, protagonisti della scena, fanno fatica a muoversi con il rischio sempre dietro l’angolo di commettere un passo falso. Così sta accadendo in queste settimane dove lo scontro tra il governatore Vincenzo De Luca e il ministro Beatrice Lorenzin, in merito al prolungato commissariamento da parte del governo, sta provocando un grave blackout istituzionale.
Sicuramente i casi di malasanità scoppiati a Nola e all’ospedale Cardarelli hanno peggiorato la situazione. Le immagini raccapriccianti con i pazienti curati sul pavimento o disposti sulle barelle nei corridori della struttura ospedaliera di Napoli, hanno dato un duro colpo alla situazione in cui versa la sanità regionale.
“Gli otto anni di commissariamento hanno generato solo una riduzione di 15.000 professionisti nel nostro sistema Sanitario Regionale, portandoci così facilmente ad una virtuosità finanziaria che ha causato un drastico calo della capacità di assistere i cittadini. Quello ottenuto è stato un puro lifting finanziario, realizzato a scapito della salute di milioni di campani. In questi anni, infatti, non si è mai intervenuti sui reali meccanismi di formazione della spesa. Tant’è che la programmazione dal 2009 si fa producendo un valzer di piani ospedalieri e territoriali. Tutti inapplicati perché inapplicabili e nessuno realmente realizzato confrontandosi quotidianamente e concretamente con l’organizzazione della sanità regionale“, questo l’atto d’accusa contro la gestione commissariale contenuto in una lettera aperta dei direttori generali di Asl e aziende ospedaliere campane, che si schierano al fianco del governatore De Luca.
Quest’ultimo trova l’appoggio dei dirigenti della sanità locale dopo essere stato messo alle strette dal governo. Infatti, è pronto in Parlamento un provvedimento legislativo che potrebbe bloccare la nomina dei presidenti delle regioni a commissari della sanità. La motivazione sarebbe nel paradosso di dare l’incarico di commissario a chi è stato commissariato (nonostante la sanità campana si sotto osservazione e controllo del governo da parecchi anni). Allora perché durante la campagna elettorale per il referendum costituzionale il governo di Matteo Renzi ha accelerato per approvare tale decreto (non a caso denominato Lodo De Luca)?
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