“I Bastardi di Pizzofalcone” la nuova serie tv: dai libri di De Giovanni alla realtà di Napoli

Si parte dall’archivio storico, sede del commissariato di Pizzofalcone, e scendendo la collina del Monte di Dio ci si inerpica per i vicoli dei Quartieri Spagnoli e del centro storico, fino ad arrivare sullo splendido lungomare, passando per l’imponente Piazza del Plebiscito. Si è vista quasi tutta Napoli, ieri sera, durante la prima puntata della serie tv “I Bastardi di Pizzofalcone“, tratta dai libri scritti da Maurizio De Giovanni.

Il telefilm è abbastanza fedele ai testi dell’autore napoletano, soprattutto nella scelta dei personaggi. L’ispettore Lojacono, detto il Cinese a causa del suo sguardo, è interpretato da Alessandro Gassman che se non fosse per l’accento non siciliano, lo ricorderebbe molto. Così come Gianfelice Imparato che ha il ruolo di Pisanelli e Massimiliano Gallo nei panni del commissario Palma. In realtà tutti gli attori riescono ad inscenare e rappresentare bene i personaggi di De Giovanni. Si rivede Tosca d’Aquino alias Ottavia, Antonio Folletto (il Principe di Gomorra) che interpreta Aragona, Gennaro Silvestro (Francesco Romano) e Gioia Spaziani (Letizia), rispettivamente già conosciuti con la serie La Squadra e la famosa soap Un Posto al Sole.

De Giovanni nei suoi libri narra di una Napoli bella e affascinante ma soprattutto contraddittoria. Una città in cui si mischiano e pulsano tutte le emozioni umane: l’amore e l’odio, gioia e disperazione, passione e apatia. Le storie consentono una facile immedesimazione e quindi affezione, soprattutto nei confronti di personaggi semplici ma che sono caratterizzati da diverse complessità. Queste ultime logorano e arricchiscono, rendendoli umani, i protagonisti.

Così come dichiarato in un’esclusiva intervista a Voce di NapoliDe Giovanni afferma che “I Bastardi di Pizzofalcone si muovono in una metropoli occidentale moderna, uguale a tutte le altre, dove l’individuo prevale sempre sulla collettività. Una realtà probabilmente migliore rispetto al mondo di Ricciardi (non mi risulta che nessuno muoia più di fame, nonostante l’esiguità del reddito pro capite dei napoletani), ma senz’altro peggiore sotto il profilo della compassione intesa etimologicamente come partecipazione all’altrui disagio“.

Rispetto a Gomorra la serie dei Bastardi propone una città più ottimistica e positiva, dove il male non è l’unica ragione che muove i personaggi. I protagonisti, nelle loro azioni, sono mossi da puri e semplici sentimenti, sia per quanto riguarda i comportamenti violenti che quelli affettuosi.

Così la città è caratterizzata da tutte le sue contraddizioni, attraverso una buona fotografia e con la rappresentazione dei Bastardi, agenti definiti “cattivi e corrotti”, in cerca di riscatto. Forse, nei momenti in cui il libro è descrittivo, la trasposizione televisiva diventa un pò lenta e mielosa. Tuttavia Napoli c’è, è presente e si respira in ogni scena.

“Sono sicuramente innamorato della mia città. Sono consapevole delle sue contraddizioni e degli infiniti problemi che mi fanno sacramentare ogni volta che trovo una fila, una voragine, un ingorgo o un disservizio. Ma è la mia città e non potrei vivere altrove. Né sarei in grado di scrivere una sola parola se me ne allontanassi. La domanda più strana che ho ricevuto sinora, a tal proposito, è stata quella a indagare i motivi del mio voler rimanere a tutti i costi. La cosa mi ha stupito: va indagato il motivo di un eventuale cambiamento, non già di un non cambiamento“, questo ci ha detto De Giovanni e noi non possiamo che essere d’accordo, così come gli oltre sette milioni di spettatori (più del 25,5% di share) che hanno assistito alla prima puntata. Buona visione.

redazione

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