‘a primma Festa, ecco perché a Napoli il 26 dicembre si chiama così

Strano destino, quello di Santo Stefano. Sulla bocca di tutti grazie ad un semplice detto popolare (“Da Natale a Santo Stefano“), ma nessuno lo conosce, nessuno sa cosa avrà fatto mai per meritarsi una festa il 26 dicembre, proprio dopo il Natale, e l’appellativo di “‘a primma Festa” a Napoli. Privilegi non da poco, se ci pensate. Ma una ragione c’è.

Santo Stefano proveniva forse dalla Grecia, o forse le sue origini erano ebraiche. Di certo c’è che viene nominato dagli Apostoli “Ministro della Carità” (il nostro “diacono”), insieme ad altri sei compagni. Il suo ruolo consiste sostanzialmente nell’occuparsi della mensa, ma Santo Stefano si distingue dagli altri per una voglia irrefrenabile di predicare ed evangelizzare le genti.

Questa sua predisposizione comincia ad infastidire qualche potente di turno, e guarda caso Santo Stefano finisce nella tagliola del Sinedrio, potentissimo braccio della giustizia. Reperire falsi testimoni per certi personaggi è un gioco da ragazzi, e così il buon Santo si ritrova ad affrontare un’accusa di blasfemia, per aver citato a sproposito Dio e Mosè.

La difesa di Santo Stefano consiste in un discorso appassionato, lungo e ricco di spunti su cui riflettere (riportato integralmente negli Atti degli Apostoli). Ma questa volta le sue doti oratorie finiscono per indispettire una folla avida di sangue. Il Santo viene trascinato via con la forza dalla stessa folla che un tempo lo adorava, e lapidato con una fretta ed una ferocia inaudita.

La sua morte, avvenuta nel 36 d.C., sembra passare piuttosto inosservata, finché nel 415 il sacerdote Luciano di Kefar-Gamba afferma di aver visto in sogno il dotto Gamaliele che gli indicava le tombe di sei suoi compagni, sepolti alla meno peggio, tra cui proprio Santo Stefano. Nei luoghi indicati in sogno da Gamaliele vengono in effetti rinvenute le reliquie del Santo.

Quelle reliquie vengono spedite in ogni angolo del mondo, ed una delle loro tappe permanenti è proprio Napoli. Parte del sangue del Santo è nel Monastero di Santa Chiara, ed è soggetto a liquefazione il 3 giugno ed il 25 dicembre. Le reliquie garantiscono al Santo quella fama che per secoli non aveva avuto, e viene ben presto riconosciuto e celebrato come il primo martire cristiano.

E’ per questa ragione che trova una collocazione così prestigiosa all’interno del Calendario dei Santi. Il fatto che rappresenti la prima festività dopo il Natale, si traduce qui a Napoli con “a Primma Festa“, un’occasione in più per stare con famiglia e amici, senza dimenticare la vita di un Santo che ha dato la sua vita in nome di ciò in cui credeva.

Fabiana Coppola

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