Il lavoro svolto fino ad ora dalla giunta regionale guidata dal Governatore Vincenzo De Luca. La situazione interna al Partito Democratico in Campania. Il rapporto tra il Pd nazionale e quello regionale. La riforma costituzionale e il patto per Napoli firmato dal premier Matteo Renzi e il Sindaco Luigi De Magistris.
Sono questi alcuni dei temi trattati dall’intervista esclusiva che il Consigliere regionale del Pd Antonio Marciano ha rilasciato a Voce di Napoli.
Consigliere Marciano, come giudica l’operato della giunta regionale guidata dal Governatore Vincenzo De Luca a un anno e mezzo dalla vittoria delle elezioni?
Il giudizio, non di parte ma considerando i fatti, è sicuramente positivo. Gli aspetti principali riguardano alcune questioni fondamentali. La rimozione delle ecoballe con un investimento in due anni di 450 milioni di euro che conferirà alla ragione uno status di normalità e non più di emergenza. L’acquisto di nuovi treni e vetture per il trasporto pubblico. L’intervento sulle politiche sociali e di welfare, con determinate azioni volte al sostegno delle famiglie e dei giovani. Basta pensare all’abbonamento dei trasporti gratuito per gli studenti e lo stanziamento di nuove borse di studio. Infine mi fa piacere ricordare l’investimento di 180 milioni di euro per il progetto “Scuola Viva”, che prevede l’apertura degli istituti scolastici anche oltre il normale orario.
Qual’è lo stato di salute del Pd in Campania?
Lo definirei “sotto ossigenazione artificiale”. Circoli che chiudono per morosità o inattività, poca partecipazione e scarso coinvolgimento dei cittadini e l’atteggiamento dei vertici del partito non inducono, al momento, ad avere molta fiducia. Basti pensare che per le ultime elezioni per il rinnovo del Consiglio della Città Metropolitana, il PD ha presentato una lista con giusto i 12 candidati necessari per entrare in consiglio, senza alcuna linea politica programmatica specifica. Inoltre non c’è mai stato, anche a livello nazionale, un reale confronto successivo alla pesante sconfitta elettorale che lo ha addirittura visto escluso il Pd dal ballottaggio.
Lei è d’accordo con le affermazioni dell’ex Governatore Antonio Bassolino che nonostante sia un sostenitore di Matteo Renzi, non ha mai risparmiato critiche all’operato del Pd in ambito locale?
Credo che non si può non essere d’accordo con chi vuole un rilancio del Partito Democratico in Campania e a Napoli. La sconfitta elettorale e i dati sconfortanti sulla perdita di voti e consenso, da soli bastano per far capire che è necessaria una svolta. Quest’ultima dovrebbe partire da chi ricopre ruoli di vertice nel Pd in Campania e a Napoli ma chi ha questi incarichi in segreteria ha preferito fare da scaricabarile, piuttosto che assumersi delle responsabilità. E se perdere la terza città d’Italia non smuove il partito né a Roma né in ambito locale, vuol dire che la situazione è abbastanza grave.
Il Governatore De Luca corteggia gli avversari politici (ad esempio Pasquale Sommese di Area Popolare ndr) e dimostra poche attenzioni per i suoi colleghi di partito e di maggioranza. Che idea si è fatto?
Non credo affatto che il Governatore De Luca non abbia attenzioni per i suoi Consiglieri e la sua giunta. Noi ci vediamo e ci confrontiamo spesso, almeno una volta ogni due settimane. De Luca ci tiene a tenere unita la squadra ma a mio giudizio fa bene ad allargarne il consenso e l’azione politica. Rivolgersi a tutti gli attori politici e anche agli altri settori, come ad esempio imprese e sindacati, penso sia il giusto modus operandi di un amministratore che ricopre un ruolo istituzionale di una certa importanza.
A che punto siamo in merito allo sblocco della nomina del Presidente dell’Autorità Portuale?
A detta del Ministro Graziano Del Rio la nomina arriverà a giorni. Ormai la situazione si è finalmente sbloccata. Il Porto di Napoli è una risorsa troppo importante per la città ma anche per la regione e tutto il Mezzogiorno. Si è finalmente capito che i contrasti istituzionali andavano messi da parte in favore dei cittadini.
Per quanto riguarda i trasporti pubblici di competenza regionale, è passata la bufera che ha investito l’EAV?
La Regione, anche grazie al contributo del governo, ha messo a disposizione 600 milioni di euro. Questo intervento ha dato serenità ai dipendenti dell’azienda, ai suoi creditori e soprattutto ai cittadini che hanno spesso visto calpestare il sacrosanto diritto alla mobilità. Giusto un dato che dimostra l’eredità con cui ci siamo dovuti confrontare: fino al 2010 i treni che transitavano ogni giorno erano 154, nel 2015 siamo arrivati a 54 vetture.
Come voterà il 4 dicembre per il referendum costituzionale?
Sinceramente sono indeciso. Invidio molti miei colleghi che sono già fortemente convinti su che voto esprimere il 4 dicembre. Io ho ancora molti dubbi, soprattutto in merito alla legge elettorale che combinata alla riforma non mi convince tantissimo. Nonostante non metta in dubbio la parola data dal governo, ho delle riserve sul fatto che l’Italicum si possa cambiare prima del voto al referendum. Infine io resterei concentrato strettamente sui temi che riguardano la riforma e mi auguro che si sviluppi un dibattito su questo. Bisogna uscire dallo scontro politico tra partiti e interno ai partiti. La riforma è una questione importante che riguarda tutti i cittadini e va giudicata nel merito.
Finalmente il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris ha trovato un accordo con il governo firmando il Patto per Napoli insieme al premier Matteo Renzi. Che opinione si è fatto dell’operato del primo cittadino e dell’esecutivo rispetto alle necessità della città?
Sono contento che Comune e governo abbiano trovato un accordo così importante per la città. La firma del Patto è una cosa davvero positiva. Non si può che essere felici quando c’è un dialogo istituzionale che porta ad un confronto positivo e concretizza le azioni politiche utili alla comunità. Comuni, regioni, governo ed Europa devono essere sempre in stretto contatto collaborativo. Sicuramente il sindaco ha dimostrato di aver abbandonato i toni forti della campagna elettorale e di aver indossato l’abito istituzionale che gli compete.
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