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Attentato a Nizza: la testimonianza degli italiani che erano lì

Nella serata di giovedì c’è stato un attentato a Nizza. Un altro attentato terroristico ha sconvolto la Francia e il resto del mondo. Questa volta a finire nel mirino dell’Isis è stata la città della costa azzurra, dove ieri si celebrava sul lungomare l’anniversario della presa della Bastiglia. I terroristi hanno voluto colpire proprio il luogo della festa, centrando ancora una volta quelli che sono i simboli della nazione francese.

Terribile il bilancio dell’attentato a Nizza. Ci sono perlomeno 84 vittime e centinaia di feriti. In Costa Azzurra vivono moltissimi italiani, già da ieri sono cominciate a circolare le testimonianze dei nostri connazionali che erano lì, che hanno assistito alla spietata follia del terrorismo.

Marco Antei, giovane d’Imperia, Presidente dell’Arcigay della sua città, si trova a Nizza per motivi di studio, è un ricercatore di matematica, anche lui era su quel lungomare che un minuto prima era in festa e un minuto dopo diventava lo scenario di una strage.

“Mi trovavo nei pressi del luogo dove è avvenuto l’attentato a circa 200 metri, mentre ora sono a casa a circa 1 km dalla Promenade des Anglais, nel centro storico di Nizza. Mi trovavo nei pressi del teatro delle Verdure e al momento dell’attacco terroristico ero con due miei amici dal Palazzo di giustizia nella zona di Nizza vecchia. Li abbiamo visto la gente scappare, gente che gridava e diceva di aver sentito degli spari e così anche noi siamo scappati e ci siamo rifugiati all’interno di un ristorante. Avevo appuntamento in un pub del centro con mio marito ma ho fatto in tempo a scrivergli “go home” prima di rinchiudermi nella Cave”.

C’è anche la testimonianza di una famiglia italiana, Domenico Oreste con sua moglie e la sua bambina hanno visto tutto dal balcone di casa loro. Hanno assistito a quegli attimi di terrore, al panico e alle urla della gente che terrorizzata scappava, cercando di mettersi in salvo.

Mi è sembrato di mettere in scena i racconti di guerra dei miei genitori e dei miei nonni. Abbiamo chiuso le finestre, abbassato le tapparelle e spento la luce. E ci siamo rincantucciati come animaletti impauriti in un angolo della stanza. Non abbiamo avuto nemmeno la forza di piangere. Quello che abbiamo visto non era tutto. Dopo, abbiamo appreso che sotto casa nostra la carneficina non si era limitata ai quindici che abbiamo visto cadere come manichini, ma si era moltiplicata per due, per tre, per quattro”.

L’attentato a Nizza è stato una vera e propria strage. L’Isis ha voluto minare ancora una volta la libertà dei cittadini occidentali. Nelle prossime ore sarà fatto il riconoscimento delle vittime, si parla di alcuni stranieri tra le 84 persone morte, ancora non si sa se ci siano cittadini italiani.

Luigi Erbetta

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