Si infittisce il mistero intorno all’omicidio di Marco Mongillo, il 19enne rimasto ucciso nel pomeriggio di venerdì scorso da un colpo di pistola alla testa. La versione di Antonio Zampella, l’amico che era con lui e ha confessato di aver sparato a Marco durante il gioco della roulette russa, non convince gli inquirenti.
Ancora non è chiaro quante persone ci fossero nell’appartamento al momento dell’omicidio di Marco Mongillo. Zampella avrebbe detto che con lui e Marco, c’era anche il fratello della vittima, Vincenzo. Quest’ultimo, invece, ha dichiarato che al momento dello sparo lui non era in casa, era sceso al primo piano dello stesso stabile per prendere la sua torta di compleanno.
Versioni discordanti che non aiutano gli inquirenti a risolvere l’indagine. Anche la madre di Marco non crede alle parole di Zampella, secondo lei non è stato un gioco finito male ad uccidere suo figlio. Intanto resta da chiarire perché la pistola da cui è partito il colpo fatale, è stata gettata dalla finestra e avesse ancora sei proiettili. In casa poi durante il pranzo pare ci fossero in totale quattro persone, per questo motivo i carabinieri hanno deciso di ampliare il registro degli indagati a tutti gli amici che quel giorno hanno partecipato alla “festa”.
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