Scampia

Paranza dei bambini: il racconto di un ragazzo pentito

Ha fatto parte di una paranza dei bambini, ma poi ha deciso di lasciarla perché aveva paura, perché ormai non era più un gioco. È questa la testimonianza choc riportata dal quotidiano Il Mattino, attraverso una video-intervista. Il ragazzino che parla, per ovvie ragioni, preferisce non dire come si chiama.

Il suo racconto sulla nascita della paranza dei bambini, di cui lui faceva parte, è preciso, attento, spiegato in ogni passaggio. Tutto iniziò a Scampia a ridosso di quelle vele, riprese in Gomorra. Inizialmente si trattava di un normale gioco tra bambini con pistole di plastica, il guardia e ladri a cui ognuno di noi ha giocato almeno una volta nella vita. Quando il gruppo divenne più consistente, questi bimbi decisero di trasformare il gioco in qualcosa di più reale.

“Giocavamo a guardia e ladri con le pistole di plastica, poi man mano si aggiunsero altri ragazzi. Poi siamo cresciuti come gruppo e abbiamo deciso di comprare pistole non di plastica ma di ferro. Quando abbiamo comprato pistole a salve avevo 13 anni. Si va in un’armeria e te la danno senza problemi”.

Questa paranza dei bambini, da gruppo di amichetti che giocano a guardia e ladri, diventa in poco tempo qualcosa di più. Una banda che vuole dimostrare il proprio potere a coetanei “rivali” di altre zone. Iniziano così le spedizioni punitive in altri quartieri, dove si cominciava a sparare con le pistole a salve. 100 ragazzini che prendevano di mira un gruppo e cominciavano a darsele di santa ragione. Il protagonista della video-intervista ha spiegato che inizialmente la sua paranza non aveva niente a che fare con la camorra.

“Dietro la nostra paranza non c’era la camorra, le altre non lo so. Io da due anni sono fuori, perchè molti miei amici sono entrati nella camorra. Una cinquantina di miei amici fanno parte del sistema, fanno favori a persone più grandi. Quando mi raccontarono che erano entrati seriamente in questa cosa, ho preferito uscire. Io per paura ho preferito non entrarci”.

Il ragazzo, che oggi ha 15 anni, ha lasciato quella paranza di bambini giusto in tempo. Quando si è accorto che poteva diventare pericoloso. Quando ha capito che se avesse cominciato a “fare favori” anche lui, come i suoi amici, alla camorra, non ne sarebbe venuto più fuori. Perché come ha detto: “La camorra non è un gioco”.

Ecco il video dell’intervista:

Luigi Erbetta

Articoli recenti

Stash dei the Kolors racconta il dramma: “Scusate l’assenza, sto facendo denuncia ora”

Stash, il cantante dei The Kolors, ha parlato di un suo recente dramma. L'artista si…

40 minuti fa

Incidente sul lavoro nel Napoletano: Mimmo precipita e muore, lascia un bimbo di 10 anni

Tragedia lo scorso pomeriggio nell’Area di Sviluppo Industriale di Aversa Nord, nel territorio di Carinaro.…

1 ora fa

Refezione scolastica, ispezione al centro cottura: 80 kg di cibo sequestrati

Sono ben 80 kg di cibo sequestrati in seguito all'ispezione dei carabinieri in un centro…

1 ora fa

Tragedia a Napoli, bimbo mangia pizzetta e muore soffocato: Santo aveva solo 11 anni

E' morto al Santobono di Napoli Santo Virgi, un bambino di 11 anni, soffocato per…

2 ore fa

Napoli, scende dal taxi e viene investita da un’auto, Rita muore a 27 anni dopo 3 giorni di agonia in ospedale

Dopo 3 giorni di agonia è morta oggi, mercoledì 8 maggio, Rita Granata. La 27enne…

18 ore fa

Tony Colombo ritorna con un brano tanto atteso: dove ha scritto la canzone? In carcere la sua passione

Sui profili social del neomelodico siciliano, in carcere dallo scorso ottobre, è apparso un messaggio…

20 ore fa
Sponsorizzato