L’Ufficio scolastico regionale per la Campania ha disposto la sospensione cautelare di Stefano Addeo, il docente del Liceo «Medi» di Cicciano (NA), a seguito delle minacce rivolte alla figlia della premier Meloni tramite il suo profilo Facebook. La decisione, come spiegato, mira a «garantire e tutelare la serenità della comunità scolastica» e rimarrà in vigore fino alla conclusione del procedimento disciplinare, nel rispetto delle normative vigenti.
Il provvedimento ha natura cautelare e sarà valido fino alla conclusione della vicenda: «Era un atto dovuto – ha dichiarato il direttore dell’ufficio, Ettore Acerra – Nel momento in cui ci sono comportamenti che potenzialmente possono configurarsi come mancato rispetto dei doveri del dipendente, si avvia la procedura. Lo abbiamo fatto nel primo giorno utile non festivo».
Il docente avrà ora venti giorni per presentare una memoria difensiva ed essere eventualmente ascoltato. Successivamente, l’ufficio scolastico valuterà la situazione e prenderà una decisione definitiva. Le possibili conseguenze vanno dalla conferma della sospensione, con una durata massima di sei mesi, al licenziamento. Durante il periodo di sospensione, Addeo riceverà uno stipendio dimezzato al 50%.
Il professore, ieri pomeriggio, aveva tentato il suicidio, sopraffatto dalla pressione mediatica scatenata dalle sue esternazioni sui social. Tuttavia, aveva avvisato la dirigente scolastica, che aveva prontamente allertato i carabinieri, permettendo un tempestivo intervento di soccorso.
La decisione di sospensione era nell’aria, con il direttore dell’ufficio scolastico che aveva espresso sconcerto per le dichiarazioni del docente e il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che aveva preso una chiara posizione politica: «Chi adotta comportamenti o linguaggi violenti è incompatibile con la professione del docente».
Stefano Addeo, 65 anni, insegnante di tedesco, aveva pubblicato un post in cui augurava alla figlia di Meloni la stessa fine tragica di Martina Carbonaro, la quattordicenne uccisa dall’ex fidanzato ad Afragola. Sul suo profilo social erano presenti anche altre dichiarazioni offensive contro figli di ministri e rappresentanti politici.
Dopo la tempesta mediatica, l’uomo aveva scritto una lettera aperta chiedendo scusa alla premier e offrendosi di incontrarla, una proposta accolta favorevolmente da Palazzo Chigi. Tuttavia, il tentato suicidio e il provvedimento disciplinare hanno momentaneamente messo in secondo piano l’ipotesi dell’incontro.
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