Dopo l’ennesimo sciame sismico che ha interessato l’area dei Campi Flegrei, il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Fabio Florindo, ha fatto il punto sulla situazione vulcanica e sismica in un’intervista all’AGI, cercando di fare chiarezza e rassicurare la popolazione, pur mantenendo alta l’attenzione sui fenomeni in corso.
“Al momento il magma non si muove”, ha dichiarato Florindo, spiegando che le indicazioni attuali mostrano la presenza di una camera magmatica principale a circa 8 chilometri di profondità e forse una più superficiale a 4 chilometri, ma entrambe in una fase di stabilità. Il presidente dell’INGV ha sottolineato un aspetto cruciale: “Se un giorno dovesse risalire, avremmo segnali chiari e il tempo necessario per avvisare la popolazione. I vulcani, a differenza dei terremoti, mandano segnali premonitori”.
Tuttavia, l’attenzione si sposta su un pericolo meno appariscente ma potenzialmente insidioso: le esplosioni freatiche. “Il sistema è in movimento, e prima o poi accadrà. I Campi Flegrei sono un vulcano attivo. Anche il Vesuvio prima o poi erutterà. Ma oggi il magma non si muove. La vera insidia, adesso, è l’ipotesi di esplosioni freatiche: quelle sì, sono imprevedibili”, ha avvertito Florindo.
Il meccanismo di queste esplosioni risiede nel contatto tra i gas caldi provenienti dal sottosuolo e le falde acquifere superficiali, in un sistema idrotermale attivo come quello dei Campi Flegrei. L’improvviso aumento di pressione può generare vere e proprie deflagrazioni, capaci di scagliare in aria terreno, strade ed edifici. Proprio la difficoltà di prevedere con precisione questi eventi è motivo di particolare preoccupazione per gli esperti.
Florindo ha poi chiarito la distinzione tra bradisismo e rischio sismico, fenomeni spesso confusi nell’immaginario collettivo. Il bradisismo è un lento processo di sollevamento o abbassamento del suolo tipico delle aree vulcaniche. Nei Campi Flegrei è in corso una fase di sollevamento da oltre vent’anni, con un innalzamento complessivo di circa 145 centimetri, causato dalla pressione dei gas caldi e non dalla risalita del magma. Il rischio sismico, invece, è un concetto più complesso che tiene conto della pericolosità del fenomeno, dell’esposizione (la presenza di persone) e della vulnerabilità degli edifici.
“Abbiamo una sorta di ‘campana’ che si solleva dal centro del Rione Terra e tutta l’area attorno è sottoposta a stress. La crosta si deforma e ogni tanto rilascia energia, generando fratture e quindi piccoli sciami”, ha spiegato il presidente dell’INGV, riferendosi anche all’evento sismico di oggi, 14 maggio, con epicentro nel cratere degli Astroni, un’area interna alla zona in sollevamento.
Sul fronte del monitoraggio, Florindo ha sottolineato l’eccellenza dell’Osservatorio Vesuviano, dotato di una centrale operativa all’avanguardia che analizza in tempo reale dati sismici, geochimici, immagini satellitari ed emissioni di gas. Grazie a un recente finanziamento di 6 milioni di euro ottenuto dal ministro Anna Maria Bernini, la rete di monitoraggio sarà ulteriormente potenziata, raggiungendo livelli di eccellenza invidiati anche a livello internazionale.
Tuttavia, il presidente dell’INGV ha posto l’accento sull’importanza cruciale della partecipazione e della preparazione della popolazione. “Noi possiamo monitorare tutto, ma se la popolazione non partecipa, non si informa, non si prepara, è inutile. La Protezione Civile organizza esercitazioni, ma spesso la partecipazione è bassissima. La gente guarda i blog, invece che i siti ufficiali. Serve un’educazione condivisa alla prevenzione. Il rischio zero non esiste, ma possiamo renderlo gestibile. Insieme”, ha concluso Florindo, lanciando un appello alla responsabilità collettiva per affrontare al meglio le sfide di un territorio geologicamente attivo come quello dei Campi Flegrei.
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