Cronaca

Orrore a Pozzuoli: picchiava l’ex compagna con il figlio di due mesi in braccio, il video lo mostra poi il tentato omicidio al belvedere

Un incubo durato anni quello subito da Gaia (nome di fantasia), una giovane donna di 25 anni, per mano del suo ex compagno, il 36enne C.A. Le violenze, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbero iniziate già durante la gravidanza, con un tentativo di strangolamento. L’orrore ha raggiunto l’apice quando, dopo la nascita del loro bambino, l’uomo avrebbe brutalmente picchiato Gaia in almeno un’occasione, tenendo in braccio il figlio di soli due mesi.

Un agghiacciante video, ripreso dalla stessa Gaia con il suo telefono cellulare durante una di queste aggressioni, è ora un elemento chiave nell’inchiesta che vede C.A. accusato di maltrattamenti e tentato omicidio. Le immagini documentano la ferocia dell’uomo mentre infierisce sulla giovane madre, con il neonato tra le braccia.

Le vessazioni fisiche sarebbero state reiterate nel tempo, culminando in un episodio di inaudita violenza lo scorso 5 aprile. Gaia, che si era allontanata da casa da alcuni mesi proprio per sfuggire ai soprusi, è stata brutalmente aggredita dall’ex compagno e da due complici, al momento ancora non identificati. L’aggressione è avvenuta nei pressi del belvedere di Pozzuoli, dove l’uomo ha tentato di uccidere Gaia spingendola nel vuoto.

“All’improvviso lui è arrivato. Io stavo in macchina, e lui è arrivato. Mi ha aperto lo sportello dove sedevo e mi ha scaraventata fuori”, ha raccontato la vittima, ancora sotto shock, al deputato Francesco Emilio Borrelli, che ha raccolto la sua drammatica testimonianza. “Era in compagnia, sì. E ha iniziato a colpirmi con schiaffi, pugni, cazzotti. Mi tirava i capelli, mi trascinava per terra”.

Gaia è riuscita a salvarsi in un momento di lucidità, afferrando il cellulare dell’aggressore e lanciando un disperato appello al padre. I due complici, dopo averla scaraventata sull’asfalto, si sono dati alla fuga, mentre il 36enne è stato bloccato poco dopo dalle forze dell’ordine. L’arresto di C.A. è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari, e ora il video che lo ritrae mentre picchia la compagna con il figlio in braccio aggiunge un ulteriore, inquietante elemento al quadro accusatorio.

Alla giovane 25enne è stato fornito un dispositivo di sicurezza “mobile angel”, che le permette di chiedere aiuto rapidamente in caso di pericolo. Tuttavia, la paura per la sua incolumità e quella del figlio rimane palpabile. “Chi mi dice che non si ripeterà? Non dormo più, vivo con la paura della morte che incombe sulla mia testa, ho paura per mio figlio e per la nostra vita”, ha confidato Gaia, con angoscia, al deputato Borrelli. Questa terribile vicenda getta una luce cruda sulla persistente piaga della violenza di genere e sulla necessità di una protezione efficace per le vittime.

redazione

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