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Angela Celentano, la scomparsa e la pista turca: “Vive su un isolotto con un uomo che ha una cicatrice sul volto”

Angela Celentano è scomparsa a soli 3 anni durante una gita insieme alla famiglia a Vico Equense, sul Monte Faito. Era il 19 agosto del ’96 quando la famiglia, che trascorreva tutte le estati in montagna, ha vissuto il giorno più brutto. A quel picnic c’erano 40 persone ma nessuno disse di averla più vista dopo le 13.

La bambina scomparve nel nulla e in questi 28 anni non si sono mai più avute sue notizie. Di ipotesi e indagini ne sono state fatte tante. Oggi Angela avrebbe 31 anni e la sua famiglia continua a cercarla infatti qualche anno fa è stata elaborata da un software di age processing, realizzata da un’equipe di esperti in Florida, un’immagine che mostra come sarebbe Angela oggi.

Tra le diverse investigazioni che purtroppo non hanno riportato a casa Angela c’è stata la pista turca. Vincenza Trentinella, una donna che nel 2009 sostenne di aver saputo che Angela era stata portata in Turchia, a Buyukada, ha permesso che questa iniziasse.. Lo aveva appreso, disse, da un prete: tale don Augusto che avrebbe ricevuto a sua volta la confessione di una persona. La donna, dopo la morte del parroco, andò da sola in Turchia per fare la sua ricerca e al ritorno diede un identikit e il nome del padre adottivo di Angela ai magistrati italiani. Disse che Angela viveva sul piccolissimo isolotto turco di Buyukada insieme ad un uomo che credeva fosse suo padre. Un uomo con una cicatrice sul volto di nome Fahfi Bey, professione veterinario. Gli investigatori fermarono l’uomo per interrogarlo, ma nessuna notizia positiva ne venne fuori.

La giudice delle indagini preliminari di Napoli, come riporta iil Corriere, Federica Colucci ha concesso l’ulteriore proroga di 180 giorni richiesta dal pubblico ministero Giuseppe Cimmarotta, per le indagini: è la stessa giudice che l’anno scorso si era rifiutata di archiviare il filone avviato dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli nel 2009, quando tutte le informazioni date dalla Trentinella finirono in un fascicolo d’inchiesta della magistratura italiana.

Dopo un po’ furono anche inviati in Turchia degli investigatori dall’Italia ma poi gli inquirenti si convinsero per la richiesta di archiviazione. La giudice Colucci pensa che sulla Turchia ci sia ancora molto da analizzare a cominciare dal fatto che pare sia stato interrogato l’uomo sbagliato. Una persona che utilizza l’utenza telefonica di Fafhi Bey e che per questo è privo di quelle cicatrici sul collo indicate dalla Trentinella. Si attendono quindi nuove risposte dalla Turchia e si accendono di nuovo le speranze.

redazione

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