Vogliono che sia fatta chiarezza ma soprattutto che non accada ad altri genitori ciò che è successo a loro. I genitori del neonato di tre giorni morto soffocato mentre la madre allattava chiedono giustizia e attaccano l’ospedale Pertini di Roma per il trattamento ricevuto.
L’uomo, 36enne originario dell’Abbruzzo, in un’intervista a Il Messaggero ha detto che lui e la compagna attendono l’esito dell’esame autoptico: “L’autopsia ci dirà di cosa è morto. La mia compagna si era appena rincuorata, ma ora che la vicenda è venuta alla luce è a pezzi. Insieme abbiamo letto sul web tanti commenti di altre donne, alcune che hanno partorito sempre al Pertini, che hanno lamentato di essere state lasciate sole coi lori figli appena nati. Tutte stremate dal parto, impossibilitate a prendersi cura come si dovrebbe di un bebè“.
Il padre del neonato ha poi ripercorso quei terribili attimi: “É stata la mia compagna a chiamarmi al telefono: «Corri, corri», gridava. Ma non ho fatto in tempo (piange, ndr), sono arrivato che non c’era più nulla da fare“. Ha spiegato che la moglie non si era accorta di nulla, dormiva ancora quando le hanno strappato dalle braccia il bambino.
Il 36enne, inoltre, ha sottolineato come la moglie fosse stremata da 17 ore di travagli, lasciando intendere che non avrebbe avuto l’aiuto necessario: “Le si erano rotte le acque alle 4 della notte, ha poi trascorso 17 ore in travaglio prima di partorire. Era sfinita, ma le hanno subito portato il piccolo per l’allattamento e hanno anche preteso che gli cambiasse il pannolino da sola. Ma lei non si reggeva in piedi“.
Secondo il papà del piccolo andrebbero riviste le norme poiché le donne non dovrebbero assolutamente essere lasciate sole: “Molte donne sono lasciate sole nei reparti, complici anche le restrizioni anti–Covid che impediscono ai familiari di rimanere in stanza ad aiutare le neo-mamme. Ecco, i protocolli adottati negli ospedali andrebbero rivisti anche alla luce di questa considerazione. Se ad altre mamme non è capitato, è solo perché loro sono state fortunate“.
Intanto sul web tante donne stanno esprimendo piena solidarietà alla madre, accusando di essere trattate ‘come delle bestie’.
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