Cronaca

Ciro, poliziotto morto a 34 anni, la lettera della fidanzata: “Volevi un figlio, i nostri sogni sono rimasti nei cassetti”

Ciro Calcagno è il nome del giovane poliziotto rimasto coinvolto in un incidente mortale la scorsa notte in via Fermi, a Villaricca, in provincia di Napoli. Nella notte tra Natale e Santo Stefano il 34enne di Melito si è scontrato contro una macchina. In auto con lui la fidanzata, Carla. Trasportato in ospedale d’urgenza, è morto poco dopo l’arrivo al pronto soccorso. Era un agente di polizia del reparto volanti in servizio a Napoli. La fidanzata non è in pericolo di vita e all’indomani della straziante tragedia ha scritto una lettera.

Morto Ciro Calcagno: la lettera della fidanzata Carla

Tu mi hai fatto comprendere l’amore vero, fatto di follie, viaggi improvvisati, acquisti improvvisi perché “bell e buon si muore”. Io e te eravamo uguali, ci davamo agli altri senza riserve e rimanevamo male quando non ci tornava affetto. Io e te facevamo a gara a chi era più ambizioso nella sua carriera. Quando le cose non andavano bene dicevamo “c’amma fa, amma suffri prima di vedere il sole”, aspettando una gioia, una casa, un figlio che volevi sempre e che mi chiedevi e io puntualmente ti rispondevo “tutti i soldi che spendi per l’auto te facc spendere in pannolini” e tu rispondevi “Amen, vuless o ciel”. Nel frattempo pensavamo ai tuoi nipoti come il riflesso dei nostri figli, e ci mandavamo loro foto durante il giorno per rallegrarci e sorridere! Li amavo già da prima di conoscerli perché tu facevi amare tutto il tuo universo.

Tu mi hai fatto sedere alla tavola della tua casa facendomi sentire un pezzo di quella splendida famiglia da subito. Loro saranno sempre famiglia, perché per te erano la prima cosa. Attraverso il tuo talento ho incontrato il mondo della Polizia di Stato, il sudore, la sofferenza, la passione. A loro va il mio grazie. Quello era il tuo universo, con loro passavi le tue giornate, e con Alfonso Amatino il tuo capo della volante, che per te era un “padre” lavorativo, una guida.. io ti prendevo sempre in giro, ti dicevo “siete come Dante e Virgilio in questo inferno”. Al di là di tutto abbraccerò sempre con onore questa divisa, così come l’avevo abbracciata con te.

Attraverso la tua passione ho incontrato il mondo delle automobili, in particolare quello dei ragazzi di SOMO che nell’ultimo periodo avevano capito con quanta dedizione ti davi alle cose e ti avevano incluso nell’organizzativo. A loro dico grazie perché eri entusiasta di questo nuovo progetto. Mi hai resa partecipe anche di quel mondo a me sconosciuto, così come solo un compagno di vita sa fare. Tutti i nostri sogni insieme sono rimasti nei cassetti, ma i tuoi ideali cammineranno sempre sulle mie gambe, i tuoi ideali saranno miei. Me lo dicevi sempre “te sto criscenn ma devi essere meno fragile”. Ora solo tu mi puoi abbracciare e dare la forza, così come devi dare la forza a tutta la tua famiglia e ai tuoi amici, perché intorno si è fermato il mondo. Ti amo per sempre, tua pesciolona, angioletto della Thun, anima mia… come mi chiamavi sempre”.

redazione

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