“Non sento mio padre da venerdì. Mi mandò un messaggio e quello è stata l’ultima comunicazione con lui. Da allora non abbiamo più novità“. Sono queste le parole di Elio Barbiero, figlio di Antonio, l’imprenditore 66enne di Caiazzo scomparso dallo scorso venerdì.
Le sue ricerche da parte delle autorità e delle forze dell’ordine procedono senza sosta. Purtroppo, fino ad ora, dell’uomo non si è saputo ancora nulla. Anche il primo cittadino della località in provincia di Caserta ha pubblicato un posto dopo l’allarme fatto scattare dalla famiglia Barbiero. Quest’ultima è al centro di una complicata vicenda giudiziaria.
“Stiamo cercando, Antonio Barbiero anni 66. È scomparso da ieri sera intorno alle 23.00 con la sua auto un fuoristrada Mitsubishi di colore blue. Indossava una camicia beige, pantaloni grigio, maglioncino blu e giubbotto scuro“.
“Mio padre appena è venuto a sapere della sentenza è sparito. La decisione dei giudici è stata un colpo al cuore. Come può un’area a scopo industriale divenire magicamente uno spazio per attività agricole? Una vicenda che si è rivelata un corto circuito giudiziario e burocratico che ci sta stritolando. Mio padre ha dato tutto per il proprio lavoro, per la propria famiglia, fatto investimenti importanti. Come deve sentirsi un genitore, quando a causa della cattiveria altrui vede che gli stanno portando via tutto? Quando vede cacciare via i propri figli, i propri nipoti“.
“Questa storia ci sta togliendo tutto. – ha spiegato Elio Barbiero – Ha vanificato gli sforzi e i sacrifici di un’intera famiglia. Sta distruggendo il nostro lavoro e ci sta consumando da un punto di vista emotivo e psicologico. Anche se un giorno dovessimo avere ragione, conoscendo i tempi della giustizia italiana, a che servirebbe? Proviamo un senso di impotenza devastante mentre chi opera una concorrenza sleale pare che abbia anche il sostegno della legge“.
La moglie del signor Barbiero, la signora Fazzone, ha acquistato nel 2002 un immobile tramite asta giudiziaria. Nel locale la famiglia Barbiero – Fazzone ha investito ingenti capitali per ristrutturalo e adibirlo a esercizio commerciale (un supermercato appunto). Questo ha scatenato la reazione della concorrenza. Un altro commerciante di Caiazzo ha denunciato la signora Fazzone perché a suo modo di vedere i lavori si sarebbero rivelati un abuso. Questo perché il negozio in questione non era autorizzato per essere usato come uno spazio per fini commerciali. Dopo diverse peripezie all’interno dei palazzi di giustizia, il Consiglio di Stato ha dichiarato nel 2018 l’immobile ‘illegittimo’.
Il motivo? L’annullamento dei titoli edilizi risalenti al 1979, ben 40 anni prima che la struttura fosse acquistata dalla signora Fazzone tramite asta giudiziaria. Inutili le dimostranze della famiglia Barbiero – Fazzone, che non erano a conoscenza dei fatti. E il tribunale ha confermato proprio in questi giorni tale sentenza. Non è escluso che la decisione dei giudici si possa essere rivelata un trauma per Antonio Barbiero.
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