“Io sono la mamma di un figlio che è vittima, io devo essere tutelata, non loro (…) Chi mi riporta a casa mio figlio?“. Sono queste le parole di Natascia Lipari, la madre di Simone Frascogna, il giovane di 19 anni ucciso lo scorso 3 novembre a Casalnuovo durante una lite. Si definisce una sopravvissuta “perché una madre non vive dopo una morte di un figlio, sopravvive”, e oggi lotta affinché sia fatta giustizia per suo figlio, un ragazzo che aveva tutta la vita davanti a sé.
Natascia ha detto più volte che non si perderà nemmeno un’udienza del processo per l’omicidio di suo figlio: “Io sono gli occhi di Simone“. E questo giovedì mattina non è mancata dinanzi alla Corte d’Assise nell’udienza del processo che vede imputato Domenica Iossa, il 18enne accusato di omicidio volontario e tentato omicidio nei confronti dell’amico che era con Simone. Lo stesso amico che il 19enne ha provato a difendere, ricevendo poi le coltellate mortali.
Grazie alle registrazioni delle telecamere di videosorveglianza i carabinieri hanno subito identificato i tre ragazzi coinvolti in quella lite, oltre Iossa ci sono due minorenni, di 15 e 16 anni. Per loro il processo inizierà a settembre. “Ci sono video che riprendono l’intera scena. Io non ho voluto vedere nulla e mai lo vedrò – racconta Natascia Lipari in un’intervista a Vocedinapoli.it – però ho chiesto una cosa al mio avvocato ‘Quand’è che Iossa si ferma?‘. Iossa si ferma quando mio figlio crolla a terra. Questo è un omicidio efferato da ragazzi che io chiamo figli di Satana (…). Questo non è bullismo. Loro sono assassini e restano assassini“.
Natascia, così come tante altre persone, si domanda il motivo di tanta crudeltà. “Perché a 16 anni esci con un coltello di casa?“. E’ certa che per porre fine a tutta questa violenza ci deve essere un cambiamento: “Le leggi devono cambiare – commenta Natascia Lipari nell’intervista Vocedinapoli.it –un minore per un omicidio prende solo 18 anni. Ci vogliono pene più severe“.
Durante l’udienza di questa mattina in Corte d’Assise si è proceduto alla costituzione delle parti, la prossima è fissata per il 7 settembre. Davanti al Tribunale di Napoli un gruppo di parenti e amici di Simone si sono stretti a Natascia in un unico grido di dolore per chiedere “Giustizia per Simone”.
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