E “Ercolano, Una Storia Antiracket”, è la Dimostrazione che liberarsi della Criminalità si può. E si deve. E’ il libro di punta di Napoli Città Libro, Salone del Libro e dell’Editoria, a Palazzo Reale dal 1 al 4 luglio
Un libro utile. Anzi utilissimo. Perché Una storia antimafia a lieto fine e gli autori auspicano che quanto accaduto alle pendici del Vesuvio possa verificarsi in quel “altrove” ancora soggiogato alla camorra. La domanda, ineludibile, perché questo non si è ancora verificato su tutto il territorio?
Pamphlet di denuncia e di speranza ( Guida editori) contro le connivenze politiche, scritto a sei mani, quelle di Nino Daniele, Antonio Di Florio ( Comandante dei Carabinieri) e Tano Grasso ( Presidente dell’Associazione Anti/racket e artefice del glossario, appendice del libro).
Nino Daniele, filosofo, conosce bene le dinamiche di chi nasce senza identità sociale e che comincia presto a fare la spola tra la strada, la criminalità e il carcere, visto che di Ercolano è stato il sindaco. Poi Assessore alla Cultura con la giunta De Magistris.
Fu lui dopo vent’anni di oblio a rispolverare “Napoli Città Libro”, la Bookmesse, più importante al Sud, giunta alla terza Ri/edizione. Ma non è solo per questo ruolo, come dire, di onorificenza che “Una Storia antiracket”, di cui è già in lavorazione il documentario, ha inaugurato Napoli Città Libro, Salone del Libro e dell’Editoria, a Palazzo Reale dal 1 al 4 luglio. Attesi 90 editori da tutto il mondo.
Arrivò sul luogo del delitto la prima ad arrivare fu la figlia. Colmò rapidamente la distanza tra quel corpo insanguinato che giaceva sull’asfalto. Si strappò la maglietta di dosso e, dopo aver affondato le mani nel liquido rosso vivo si cosparse tutta del sangue del padre.
E’ il drammatico incipit del libro. Tra il 2005 e il 2010 la città di Ercolano, un popoloso centro ricco di storia e di bellezza, si libera della presenza della camorra che la opprimeva e vessava con soprusi, violenza e una lunga scia di sangue.
Teatro di una delle faide piú sanguinose di cui si ha memoria, decine di morti ammazzati in agguati in ogni angolo del territorio, uno strascico di corpi mutilati e segnati di dolore e di odio.
Poi i numeri cambiano di segno. Non piu lo stillicidio di morti assassinati . Si comincia con 24 arresti per estorsione e associazione mafiosa; operazioni dai nomi in codice: ” Fuochi di S.Martino” 6 arresti,” Regalo di Natale “ 21 arresti ,” Freeshop” 21 arresti.
Uno spartiacque furono i 50 “pentiti” che hanno fatto luce svelando trame, delitti, gerarchie organizzative, reti di complicità e connivenze.
E arrivano gli ergastoli per mandanti ed esecutori degli omicidi. Ad oggi sono 88. Ad Ercolano la liberazione ancora dura.
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