Carcere di Poggioreale, presidio contro l’emergenza Covid: “Giustizia e verità”

Oggi a partire dalle ore 11, un presidio è stato costituito davanti il carcere di Poggioreale. Ad organizzarlo sono state diverse associazioni che lottano per i diritti dei detenuti. Con loro i Garanti regionale e metropolitano Samuele CiambrielloPietro Ioia. Tante le personalità delle istituzioni ed ecclesiastiche che hanno dato il loro supporto. L’obiettivo è quello di sollecitare la politica rispetto all’emergenza umanitaria e sanitaria che regna nei penitenziari, aggravata, dalla crisi targata coronavirus.

Il comunicato stampa

La Pastorale carceraria della Diocesi di Napoli, Don Franco Esposito cappellano del carcere di Poggioreale e il Garante campano Samuele Ciambriello, hanno promosso un appello per una giornata di mobilitazione dal titolo “Fame di Giustizia e Sete di verità”.

Sabato prossimo, 19 Dicembre 2020, ci sarà un presidio a partire dalle ore 11:00 davanti al carcere di Poggioreale. “Un giorno di digiuno per la dignità dei detenuti perché nessuno sia dimenticato, perché chi ha sbagliato possa pagare il suo debito non a prezzo della vita, perché chi è detenuto ha diritto alla tutela della sua vita e che il carcere non sia un luogo separato dalla società. Ogni vita deve essere salvata da un virus che non conosce limiti e barriera“.

Cosi si legge nell’appello che è stato firmato da centinaia di persone, da associazioni, operatori del volontariato laico e cattolico. Il Garante campano Samuele Ciambriello lancia un appello ai politici, ai consiglieri regionali, ai deputati, ai senatori ed europarlamentari uomini e donne di governo.

Venite al ascoltare le nostre ragioni Sabato prossimo, venite a comprendere il disagio del mondo penitenziario. Il mio invito è a venire e ad entrare anche nel carcere. L’obiettivo dell’appello è che non si perda altro tempo per adottare tutti quei provvedimenti che riducano la presenza nelle carceri sovraffollate e consentano a quante più persone possibile di scontare con misure alternative al carcere la propria pena. Si può fare senza alcun pericolo sociale, senza allarmismi e falsi giustizialismi, nel rispetto della costituzione e anche di tutte le vittime perché la pena non deve essere vendetta e non può essere contraria al senso di umanità e giustizia“.

Screen da diretta Internapoli.it
redazione

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