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Napoli, aggressione in pieno centro: ragazzo gay picchiato da branco

Aggressione a Napoli in pieno centro. Un ragazzo ha raccontato di essere stato aggredito da un uomo di circa 40 anni, per futili motivi. La vittima si chiama Gimmy Vitagliano e ha personalmente pubblicato un post su Facebook per raccontare l’aggressione.

Napoli, aggressione in pieno centro: ragazzo gay picchiato da branco

Il ragazzo sostava ieri sera, venerdì 18 settembre, con alcuni amici su un marciapiede di via Mezzocannone, quando un uomo, dovendo passare, con fare rude ha chiesto loro di spostarsi. Nasce una piccola discussione tra l’uomo e il ragazzo che culmina quando il 40enne perde le staffe e inizia a minacciare i ragazzi.

Il racconto dell’aggressione

“Ore 19:00. Stavo con i miei amici e con mio fratello a Mezzocannone, stavamo chiacchierando tranquillamente, sul marciapiede, fuori l’ingresso di Mezzocannone.“- Racconta Gimmy -“Un uomo su una quarantina, pelato, bianco, alto il doppio di ognuno di noi, assieme alla moglie ed al figlio di quattro anni, con fare aggressivo, arrogante e camorristico, si avvicina a noi: “Ma p passà aggià vulà? N’agg capit! Facit passà, ja!”, questa la sua frase. Io rispondo, cercando di contenere la rabbia per quell’atteggiamento prevaricante. “Basta chiedere permesso comunque!”, affermo. Di tutta risposta, l’uomo alto ferito nel suo orgoglio e nella sua dignità in quanto padre di famiglia, inizia ad alterarsi e ad offendermi.

Insulti omofobi

“Mi ricordo un “frocio” messo a caso, come se la mia identità potesse essere in qualche modo lesa. Io continuo a rispondere, mentre Jonathan, mio fratello ed i miei amici prendevano le mie parti.
Da lì parte la minaccia da parte dell’uomo, che non voleva dare prova della sua forza bruta davanti alla moglie ed al figlio ma solamente in loro assenza, affinché la figura del papà e del marito orco, brutto e cattivo non uscisse fuori. Io e Jonathan rispondiamo, dicendo che ci avrebbe trovati lì”.

La situazione si placa, poiché l’uomo era in compagnia della moglie e del figlio. Poco dopo però i ragazzi vengono accerchiati da un gruppo di ragazzi che inizia a picchiarli senza alcun motivo apparente

“Ore 19:30 circa. Ci spostiamo da Peppe Spritz, a Piazza Bellini. Ci prendiamo qualcosa da bere e parliamo, ridiamo, scherziamo. Ad una certa vedo lo stesso tizio alto, robusto, bianco e pelato, che inizia a sbraitare, a lamentarsi.- Continua il racconto del ragazzo –  Veniamo accerchiati da un gruppo di ragazzi, quasi una decina di loro. Uno di loro mi prende per il collo, mi stringe. Io gli intimo di lasciarmi. Mi arrivano tre pugni in faccia, tra il naso ed il muso, ed una ginocchiata. Inizio a sanguinare. Vengo soccorso, portato dentro il locale. Vedo i militari intervenire, ma i teppisti, capeggiati dallo stesso energumeno, vengono semplicemente allontanati”.

Spedizione punitiva

Dentro vengo a sapere che anche Jonathan è stato aggredito, ma che per fortuna stava bene. Vengo anche a sapere che per distogliere qualsiasi tipo di pista che potesse andare a suo svantaggio, il grosso codardo bianco, che per aggredire ha dato origine ad una vera e propria azione squadrista, aveva accusato Jonathan di averci provato con la moglie e che eravamo stati noi, sei ragazzi tre volte più piccoli fisicamente di lui, ad accerchiare lui”.

Oggi Gimmy sta bene ma prova tanta rabbia per l’uomo che ha insultato la sua sessualità e per le botte ricevute.

Io sto bene, ma provo rabbia. Sono dichiaratamente omosessuale da quando avevo 19 anni, ed eccetto una sola volta non sono mai stato offeso per la mia natura, quella che mi caratterizza, che mi permette di vivere l’amore con una enorme sincerità, con tutto me stesso, perché essere libero è ciò che per me conta. Perché essere parte della comunità LGBTQIA+, prendere parte alla lotta transfemminista nelle città, denunciare questo sistema eteropatriarcarle cisgender di cui quell’uomo è purtroppo vittima, fa parte di me, così come fa parte di Jonathan, di mio fratello, dei miei amici e di tante altre persone: ragazze, ragazzi, donne e uomini di ogni età, etnia, genere, orientamento sessuale”.

redazione

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