Oggi l’addio a Silvia, la giovane annegata nel lago di Garda, a soli 19 anni dopo una festa con amici. Il padre Luca Doriguzzi Zordanin, ha scritto una commovente lettera per la figlia, che si è subito diffusa via social. I funerali sono stati celebrati oggi, nella chiesa di Longarone.
“Silvia mia, mia vita – scrive papà Luca -, voglio scrivere queste parole perché te lo devo come papà. Abbiamo attraversato momenti difficili io e te assieme, soli con i nostri sentimenti e con le nostre intime faccende da sbrigare. Quando ancora eri in tenera età e ti portavo dalla tua mamma dopo il weekend passato con me mi salutavi con la manina e con gli occhioni mi sorridevi come per dirmi: Papà stai tranquillo che ci vediamo presto. Io vivevo per poterti solo vedere e per sentire il tuo profumo. Poi piano piano sei cresciuta ed io ho potuto condividere con te anche altri aspetti del tuo carattere. Una cosa su tutte è che, rispetto ad altri bambini tuoi coetanei, vedevo che non avevi mai pretese, nessun Mi prendi questo gioco o Mi piace quello, Voglio.., tanto che ti portavo nei negozi di giocattoli e dovevo quasi convincerti a prendere qualcosa. In quegli anni mi chiedevo quale fosse il motivo di questa differenza”. “Sei sempre stata serena, umile e con poche pretese – prosegue il padre – anzi, ti bastava una festa in baita con i nonni per rendere tutto la cosa più straordinaria che esista. Questa tua semplicità mi ha dato tanto come uomo e ci tengo a dire che me lo hai insegnato tu… non servono le Ferrari, non servono i grandi regali per essere felici”.
“Pensando ora ai ricordi del passato mi sovviene un episodio particolare – scrive Luca Doriguzzi -: una notte che eri a casa con me ho ricevuto una chiamata per un soccorso. Ti ho svegliata nel cuore della notte e ti ho portata dalla nonna; tutto di corsa, tutto un trambusto per prendere lo zaino e mettermi gli scarponi, ti ho raccolta dal letto per portarti di sotto nel lettino che avevi a casa dei nonni. Tu piangevi perché avevi capito che in me c’ era tensione per l’imminente intervento e mi hai chiesto: Papà, perché mi lasci qua così di corsa?, ed io ti ho risposto che dovevo andare perché qualcuno aveva bisogno di me. E la tua risposta è stata: Ho capito, io sto bene e adesso vai, quando ritorni staremo assieme. Il tuo altruismo si distingueva fin dalla tenera età e questo mi mancherà più di tutto; il tuo saper valutare le cose come una persona matura fin da piccina ed ancor più quando sei cresciuta; sempre altruista e con una presenza confortevole in ogni situazione. Piccola mia, non poterti più stringere e non poter più parlare con te sarà il mio Everest ma in cuor mio so che ci sei, sei qua con me ogni momento e so che mi guiderai per la retta via; ti sento attorno ogni secondo, sento il tuo profumo ovunque”.
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