“Ho sbagliato, ho detto un’inesattezza”. Report chiede scusa e ammette l’errore

“Nessun mistero sul nostro servizio sull’Asl 1 Napoli, Report quando sbaglia lo ammette e corregge se c’e’ da correggere”. Cosi’ Sigfrido Ranucci, autore e conduttore del programma di approfondimento giornalistico di Rai3, ha commentato l’iniziativa preannunciata dalla Lega di presentare in commissione di Vigilanza un’interrogazione sul fatto che il servizio mandato in onda sia “poi scomparso dalla rete, infine ricomparso sul sito della trasmissione ma in versione ridotta, ossia priva della parte finale”, quella cioè in cui il conduttore dava notizia dello scioglimento dell’Asl Napoli 1 smentita da una nota del ministero dell’Interno.

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Ho dichiarato in uno studio che il ministro dell’Interno aveva dato il via allo scioglimento dell’Asl Napoli 1 per infiltrazione camorristica. Richiesta che avrebbe comunque dovuto passare, in base alla legge, il vaglio del consiglio dei Ministri. Ho dato un’informazione non esatta, perché il ministro Lamorgese sta ancora valutando. Ho sbagliato e chiedo scusa ai telespettatori – ammette l’errore Ranucci –  e come da legge ne darò conto nella prossima puntata. Per questo ho chiesto che venisse corretta l’informazione in puntata e sul nostro sito sito, perché non continuasse ad essere divulgata un’informazione sbagliata”.

Il conduttore però aggiunge: “quello che è stato un gesto di correttezza deontologica è stato strumentalizzato. Questo è quanto vi devo. Ma per completezza d’informazione, e per questo non vorrei disturbare i sogni di chi alza cortine fumogene evocando solo la fake news, che i fatti riportati nella relazione della commissione che sono in attesa della firma del ministro, riguardano l’indagine della procura di Napoli, e che purtroppo è confermata nella sua gravità.”

E in proposito Ranucci evidenzia le parole del procuratore capo di Napoli, Melillo: “I giudici hanno riconosciuto l’esistenza di una associazione mafiosa denominata Alleanza di Secondigliano; è documentato il controllo mafioso al di là di ogni capacità personale di immaginazione, addirittura di una struttura sanitaria, l’ospedale San Giovanni Bosco, diventata una sorta di ‘sede sociale’ dell’organizzazione mafiosa. Un luogo nel quale gli uomini del clan Contini controllano ogni aspetto, anche minuto, del funzionamento dell’ospedale: dalle forniture, alle assunzioni nelle ditte appaltatrici, persino le relazioni sindacali passano per la mediazione camorristica. Tutto quello che è documentato in questa ordinanza di custodia cautelare è stato realizzato senza che denunce di sorta arrivassero alle autorità”. Questa è l’infiltrazione provata e documentata dai magistrati. Se poi questo è sufficiente per firmare uno scioglimento, appartiene a una decisione politica.”

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redazione

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