Il dramma di Alessandro Borghese: “Senza l’aiuto dello Stato non vado avanti”

La crisi economica causata del coronavirus ha colpito tutti i settori e tra i più in difficoltà c’è quello della ristorazione. I problemi sono arrivati anche per gli chef più famosi. Stiamo parlando di Alessandro Borghese, noto soprattutto per la trasmissione ‘4 Ristoranti‘.

Borghese ha spiegato che senza aiuto da parte dello Stato sarà davvero complicato andare avanti. Addirittura la sua attività potrebbe rischiare la chiusura definitiva. Inoltre, lo chef-conduttore ha dato il suo parere rispetto alle norme di sicurezza anti – contagio stabilite dal Governo. Il tutto all’interno dell’intervista rilasciata al Corriere della Sera.

L’assenza dello Stato sta radendo al suolo la ristorazione italiana. Non solo manca sostegno economico a un settore che è il fiore all’occhiello del Paese, ma anche le regole per iniziare a progettare la ripartenza non ci sono

Ora siamo fermi. È tutto chiuso. E sto anticipando l’assegno della cassa integrazione ai miei 64 collaboratori: non potevo permettere attendessero mesi prima dell’arrivo dei fondi a causa della burocrazia. Ma così non si può resistere a lungo. Un altro mese. Se le cose non si smuovono dovrò decidere cosa fare con il personale, le spese d’affitto e le bollette. Ma è un’evenienza in cui spero di non dovermi trovare“.

Se sarà di due metri il mio ristorante passerà da 95 coperti a 65. Ancora sostenibile. Se dovesse essere di più – in questi giorni è stato ipotizzato anche 4 metri – dovrò ripensare del tutto l’attività e in qualche maniera farò, ma tantissimi ristoratori non saranno nelle condizioni di riaprire“.

Una stupidaggine. Qualcuno dovrà domandare ai clienti se sono parenti e in caso contrario dividerli? Non scherziamo, chi verrà insieme sarà cosciente di quello che fa. Mi preoccupa, invece, che possa essere richiesto il distanziamento in cucina. Il fine dining ha piatti che richiedono anche due o tre persone per la preparazione. Inoltre, non è il mio caso, ma tantissimi locali (anche stellati Michelin, ndr) hanno cucine minuscole e non potrebbero mai adeguarsi“.

redazione

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