Restare chiusi con l’impossibilità di sostenere le spese fisse e gli stipendi dei dipendenti (considerato che la cassa integrazione di marzo deve ancora arrivare) o iniziare a riaprire ma in condizioni del tutto svantaggiose per la propria attività?
È questo il dilemma amletico nei confronti del quale i commercianti napoletani non hanno ancora avuto una risposta da parte delle istituzioni. VocediNapoli.it ha chiesto ad alcuni gestori di bar e caffetterie, tra le più importanti e frequentati del centro città, cosa stesse accadendo rispetto alla loro attività imprenditoriale.
Lo abbiamo chiesto a Massimiliano Rosati, commerciante di piazza Trieste e Trento, ad Angelo Signoriello che amministra le pubbliche relazioni per il ‘Il Vero Bar del Professore‘ e a Nicola Fiorillo, uno dei gestore del ‘Bar Augustus Napoli‘.
Le preoccupazioni per il futuro, le famiglie dei loro dipendenti e le proposte per un settore che dallo Stato ha ricevuto – fino ad ora – solo vincoli e divieti ma nessun aiuto concreto. A spaventare, rispetto all’azione di Governo e Regione, è stata la completa impreparazione manifestata dall’esercito di tecnici assunti dalla politica.
Staff di persone pagate per fornire soluzioni che risolvano i problemi causati dall’emergenza ma che hanno dimostrato di non conoscere il mondo del commercio.
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