Questo venerdì all’ospedale Pascale è arrivato un simbolo speciale, un regalo che vuole essere un buon auspicio in questa situazione di emergenza. Antonello Vivace, designer proprietario del marchio Sagomata, ha visitato il noscomio napoletano e ha regalato al prof Paolo Ascierto e al dg Attilio Bianchi, un cornavirus, un’unione tra un corno in pexiglass che trafigge il virus.
“Un regalo è per ringraziarVi per gli sforzi organizzativi e scientifici che state facendo per tutti noi – scrive l’ideatore – Sono giorni difficili e questo non è che un simbolo, da conservare per quando tutto sarà un ricordo. Un corno in plexiglass che trafigge il coronavirus, una speranza di ripartenza e vittoria contro questo nemico globale che ci ha bloccati sotto ogni dimensione dell’agire umano: da quello psicologico a quello lavorativo. L’idea da cui è nato è stata semplice e ben radicata alle tradizioni e all’immaginario partenopeo: chiunque ha sentito parlare almeno una volta nella vita del corno portafortuna napoletano, considerato il feticcio scaramantico per eccellenza, ”o’curniciell”, adoperato per scacciare il malocchio, per ottenere fortuna nella vita o successo negli affari. Proprio per questo si è pensato alla sua versione potenziata, direttamente mirata a sconfiggere il Covid- 19, un amuleto scherzoso e simbolico contro questi tempi bui. In nessun modo vuole sostituirsi alla ricerca, che in questo momento tanta speranza ci sta portando. Il CornoVirus è nato, tra l’altro, quando l’emergenza non era ancora arrivata in Italia ma già si iniziavano a risentire gli effetti sugli aspetti lavorativi: meeting bloccati, maggiore prudenza negli investimenti, rinvio di progetti pronti a partire in attesa di nuove disposizioni. L’evolversi degli eventi lo ha trasformato in un simbolo di rinascita: è stato un gradito regalo anche per le festività pasquali. Un modo per dire agli affetti lontani che insieme si sarebbe superata anche questa, che la distanza è solo temporanea. Il Coronavirus sta avendo un importante impatto psicologico sulle persone. Fa sentire impotenti dinanzi a qualcosa di sconosciuto, rende vulnerabili. Una delle reazioni più tipiche in questi casi è sperimentare paura, un’emozione primaria, fondamentale per la nostra difesa e sopravvivenza: se non la provassimo non riusciremmo a metterci in salvo dai rischi. Quindi ben venga percepire paura, perché ciò ci attiva. Ma allo stesso tempo il CornoVirus vuole anche esorcizzare nel privato e nel pubblico, questo momento di blocco perché, insieme, si possa pensare alla ripartenza. Il nostro motore economico già era più lento del normale, ruota intorno al settore della ristorazione e del turismo e i numeri parlano chiaro, è un momento drammatico e stagnante, senza chiare prospettive. Certo, un corno non sarà la soluzione, ma almeno predispone a un atteggiamento più combattivo, come lo spirito dei napoletani insegna”.
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