Area Nord

Ipotesi ripartenza food deilvery, AICAST E BPU contrari: “Ci dissociamo con forza”

BPUBrand Partenopei Uniti – associazione che raccoglie 300 attività commerciali napoletane, unitesi sotto una medesima sigla, è contraria all’idea di riattivare in Campania il food delivery, bloccato da Vincenzo De Luca con un’ordinanza regionale. Richiesta che è stata fatta da Confcommercio al presidente della Regione.

Sebbene riconoscono il vantaggio economico del food delivery e l’importanza che potrebbe avere per i cittadini, costretti a restare a casa per l’emergenza Coronavirus, i 300 “brand partenopei” evidenziano il rischio sanitario che una simile scelta comporterebbe.

Totale disappunto che la BPU con l’AICAST – Associazione Industria Commercio Artigianato Servizi Turismo e Trasporti – hanno espresso in un comunicato.
’’In data odierna apprendiamo dai media la richiesta di alcune associazioni di categoria attraverso una lettera aperta all’ presidente della regione Campania Vincenzo De Luca con cui le stesse chiedono la possibilità della riapertura per i pubblici esercizi di somministrazione per il servizio DELIVERY attraverso le piattaforme dedicate o in maniera autonoma. Nonostante comprendiamo che tale servizio possa avere una doppia valenza (sociale per i privati cittadini che stanno osservano le disposizioni imposte dai decreti Nazionali e Regionali) ed economica (alleggerendo la già disastrosa situazione finanziaria delle attività del settore) non possiamo che DISSOCIARCI CON FORZA da tale richiesta che scatenerebbe richieste da altri settori di somministrazione (pasticceria, rosticceria, bar, girarrosti ecc) immettendo nelle strade decine di migliaia di persone con incalcolabili rischi sanitari e che l’accoglimento della stessa comporterebbe, vanificando gli sforzi ed i sacrifici fatti dall’ intera collettività fino ad oggi e rallentando la già difficile battaglia per arginare la diffusione del COVID-19“.

E’ intenzione della BPU tutelare la salute dei propri dipendenti, cosa dimostrata chiudendo le proprie attività ancor prima che ci fosse un decreto ad imporlo. L’obiettivo comune, spiegano gli associati, è quello di uscire da questa situazione d’emergenza quanto prima e riattivare il servizio da asporto, aumenterebbe ulteriormente il rischio di contagio.

redazione

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